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10ª edizione GAC101: MuseoMobileCavelliniano

L’edizione del decennale di Pietra&CO è dedicata al Museo Mobile Cavelliniano (MMGAC), un museo atipico di creatività attiva ideato da Progettoutopia dopo i festeggiamenti del centenario di Guglielmo Achille Cavellini (GAC).

Se il PROGETTO si è formato come una riflessione attorno al pensiero di GAC ed alle risposte che ha provocato da parte di mezzo mondo, per poi finire di occuparsi della sua celebrazione centenaria come conclusione di un work in progress, la sua natura di format attivo nel contesto pubblico non poteva fermarsi con quella data fatidica che lui stesso ci aveva indicato.

Il museo cavelliniano che aveva preso forma per cooptazione dell’opera altrui diviene ora mobile ed asportabile dai suoi segnali autostoricizzanti e dalle matrici sociali che ci circondano. Invaderà gli spazi che sentono il bisogno di questa “illuminazione” e sarà trasportabile ovunque con la possibilità anche di aggiunte estemporanee. Sono immagini riflesse dalla costante citazione degli emblemi simbolici del sistema dell’arte da parte di GAC, con una forma auto appropriante che li stemperava ad un tempo nella sua vicenda personale ed infine nella vita reale di tutti quanti. E’ con questa formidabile ed anticipatoria formula espressiva che divenne un faro adatto ad orientare una generazione di artisti incapaci o refrattari nel perseguire le rotte di un sistema che sembrava, nel suo assolutismo, intoccabile nel fornire la patente artistica a migliaia di aspiranti.

I migliaia e forse ora sarebbero milioni, che postalmente inseguì con i suoi messaggi di speranza in tanti luoghi dispersi e lontani dal potere nevralgico poco disposto ad assumerli nel luogo dello spettacolo. Le risposte cariche di implicita gratitudine che questi gli riservarono amplificando i suoi coriacei segnali libertari, divennero il museo che stiamo ancora oggi celebrando ed in parte usando per amplificarne l’espansione adattandolo ai tempi mutati. Se allora il circuito dei destinatari di GAC faceva ancora parte di uno specifico in cerca di collocamento, i mutamenti contemporanei offrono una base comunicativa ben più ampia ed i messaggi possono percorrere direzioni rivolte più all’umanità in generale che ad una limitata schiera di adepti. I concetti di libertà espressiva e creativa si sono dilatati, le formule tecniche per raggiungerli si sono aperte a condizioni multidisciplinari.

Il museo cavelliniano quindi, Pietra ‘16 &CO. COMUNE DI SIRMIONE PublicArt BEGINS per lasciare all’iniziatore la priorità che gli compete, potrebbe trasformarsi in “museo mobile” della creatività attiva. Come l’emozione è un processo reattivo comune alla sensibilità umana, l’immagine che la provoca può sorgere da un bacino ben più ampio ed assai meno professionale di un tempo. Perciò il museo di oggi non ha più bisogno di relegarsi in luoghi appartati e specifici ma può offrirsi senza reticenza nei luoghi più opportuni e frequentati oppure spostarsi per raggiungere le frequentazioni più elettrizzanti e disposte a diffonderlo o ad amplificarlo per entrare in un processo attivo di arte-vita sempre più esteso e finalmente libero da una referenzialità istituzionale.

PROGETTOUTOPIA Sirmione.

Mavalà, pizzeria e non solo. Guglielmo Achille Cavellini (GAC) Guglielmo Achille Cavellini (Brescia 1914-1990) è stato un personaggio multiforme e geniale che per circa un cinquantennio ha vissuto, come fosse un arbitro speciale, l’arte contemporanea, dal secondo dopoguerra fino al 1990, anno della sua morte. Sul finire degli anni quaranta GAC, messi da parte i suoi primi tentativi espressivi, scopre una nuova arte europea che, chiamandosi astratta, coniuga un fronte nuovo della pittura. Ne diviene uno dei maggiori collezionisti. Nel 1960 riprende il lavoro con forza, la sperimentazione continua e nel 1965 sforna un gruppo di lavori che sono un’ulteriore tappa verso un uso diversificato dei materiali. Recupera dal quotidiano oggetti che, uniti a materiali di discarica, vanno a formare una sorta di teatrino carico di memoria e anche di denuncia sociale. E’ quindi la volta delle cassette che contengono opere distrutte (1966-1968) in cui ingabbia i suoi tentativi di lavoro precedente ed anche opere di artisti di cui stima maggiormente il lavoro. Citazione-appropriazione che prende corpo più chiaramente (1967-1968) con opere formate da intarsi in legno dipinto in cui gioca con i personaggi della storia dell’arte, ed anche con i primi francobolli, dando il via ad una ricognizione sulla celebrazione che sarà poi sempre presente nel suo lavoro.

Dal 1967 produce i carboni bruciati con cui estende i due concetti di distruzione e celebrazione in un lavoro sistematico ed accurato su di una buona fetta della storia dell’arte. Nel 1970 produce una MUSEOMOBILECAVELLINIANO GAC MM MMGAC, Proposta n.17. Opera di Morandi sezionata da Cavellini. serie di opere, intitolate Proposte, in cui l’azzardo di appropriazione iconoclasta lo porta a sezionare tele di altri autori di importante valore storico ed artistico. Nel 1971 c’è una svolta cruciale nel suo lavoro: decide di rivolgere attenzione unicamente a se stesso per segnalare la deformazione di un sistema permeato da invidie e chiusure invalicabili. Conia il termine Autostoricizzazione, che fu una vera e propria puntualizzazione, un modo per mettere in pratica il suo giudizio.

Le sue Mostre a domicilio furono una specie di vessillo per tanti giovani artisti con cui ebbe un fitto scambio di arte postale. Produce quindi i Manifesti che innumerevoli musei di tutto il mondo dovranno usare per celebrare il suo centenario, abbinando al suo nome la sigla 1914-2014. Scrive una Pagina dell’Enciclopedia partendo da una semplice cronaca autobiografica fino a sfociare in una vera e propria iperbole personale eseguendo anche azioni che riguardano il corpo ed il travestimento. E’ questa la realtà che vede Cavellini come autentico innovatore ed anticipatore anche negli aspetti di una nuova comunicazione nell’arte, scavalcando i canonici rapporti che sembrano una base inscalfibile del sistema, dando una risposta concreta e carica di vitalità al suo messaggio di provocante giudice del territorio dell’arte.

PROGETTOUTOPIA E’ il marchio di un Format critico creatosi come riflessione attorno al materiale dell’Archivio Cavellini per puntualizzare con eventi l’influenza del pensiero di GAC sulla dimensione “pubblica” dell’arte contemporanea. Il Progetto ha preso avvio nel 2005, per iniziativa di Piero Cavellini e Lillo Marciano, elaborando alcuni testi sul concetto di opera aperta alla vita, o non-opera nella sua accezione destrutturante, di cui GAC fu un vero anticipatore, soprattutto preconizzando luoghi aperti di distribuzione dell’opera stessa. Dalle puntualizzazioni iniziali è nato il vero e proprio Format che nello stesso anno ha dato vita alla formalizzazione del “Museo d’arte del Carmine”, una sorta di luogo-fantasma per sensibilizzare pubblicamente la problematica dell’arte nella vita quotidiana.

Da allora il progetto ha prodotto numerosi interventi ed elaborazioni visuali sui territori urbani avvalendosi di numerose collaborazioni. Da alcuni anni collabora alla manifestazione Pietra & Co. che si svolge nell’abitato di Sirmione. Nel 2014 si è fatto promotore e diffusore delle iniziative che hanno riguardato in varie parti del mondo la celebrazione del centenario di Guglielmo Achille Cavellini (GAC 1914-2014).

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