venerdì, Marzo 29, 2024
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In occasione dell'inaugurazione ufficiale del 250° anno dell'Accademia roveretana degli Agiati era presente oltre a personalità di spicco della città, il sottosegretario dell'Università, dottor Luciano Guerzoni.

250 anni per l’Accademia degli Agiati

In occasione dell’inaugurazione ufficiale del 250° anno dell’Accademia roveretana degli Agiati era presente oltre a personalità di spicco della città, il sottosegretario dell’Università, dottor Luciano Guerzoni e il rettore dell’Università di Trento, Massimo Egidi.”Ogni investimento in cultura – ha esordito il sottosegretario – è prezioso, più di qualunque altro soprattutto per i giovani”. Ha poi sottolineato come l’attività dell’Accademia nel tempo sia testimonianza di “una cultura che si è costruita attraverso la convergenza di mille rivoli, cioè dal contatto con tante e diversificate realtà. La cultura è linguaggio universale di umanità che si voglia riconoscere come tale. L’Europa ci sarà solo attraverso la cultura”.Il rettore Egidi che non si è limitato all’esposizione dell’intervento sul tema che gli era stato assegnato “L’Università e le sfide del futuro”. “Volendo parlare delle istituzioni del sapere – ha cominciato il Rettore – appare chiaro che l’Università è una, non le rappresenta tutte. Il suo ruolo è dunque limitato e allora bisognerebbe chiedersi quale ruolo ha oggi”. Da qui il rettore è passato ad analizzare brevemente lo sviluppo dell’università nel tempo, sottolineando come la diffusione del sapere sia sempre stata difficile. “L’uomo era sempre combattuto tra parlare di una sua scoperta, e perciò di potersi arricchire con questa, o di tenerla per sé, onde evitare che qualcuno gliela copiasse. Nell’800, all’università impone l’idea che sia il dialogo che la conoscenza sono cose molto importanti. Se il sapere non circola non si possono arricchire quindi sviluppare e dunque evolversi”. Questa eredità è giunta fino a noi e questo è il ruolo che deve avere l’università. “La capacità di essere critici, di mettersi in discussione questi sono elementi essenziali. Quando nelle istituzioni del sapere si perdono questi ruoli, l’impoverimento non avviene solo nella cultura, è globale”. Il rettore Egidi ha poi concluso il suo intervento insistendo su ciò che fa cultura. “La cultura non può esistere se non c’è un livello di capacità di dialogo internazionale. L’Università è un ponte, una rete per mantenere alti rapporti con il resto della comunità scientifica internazionale. Il passaggio a innovazione e invenzione richiede un complesso rapporto, non di specializzazione”. Insomma il futuro è nelle pluralità delle conoscenze, nelle capacità di sapersi sempre mettere in discussione, nelle consapevolezza che sono la costante formazione e aggiornamento sono il futuro. “D’altronde non potremo aspettarci altro da una società fondata sul sapere e sul ruolo, riconosciuto come primario, del capitale umano”.In quest’occasione il dottor Pegoretti della Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto ha reso pubblica l’intenzione di patrocinare l’Accademia. “E’ un adeguarsi ai tempo, ad un mondo dove la conoscenza sta sempre più diventando elemento di sviluppo di una comunità”.

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