giovedì, Marzo 28, 2024
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Il Consiglio di Stato sblocca il Piano regolatore generale. Ribaltata la sentenza del Tar di Brescia: «Procedura regolare»

Accolto il ricorso presentato dall’Amministrazione

«Contrariamente a quanto sostenuto dall'ordinanza del Tar di Brescia, il piano regolatore di Lonato, sulla base del quale sono state rilasciate le concessioni edilizie impugnate in primo grado, non è suscettibile di disapplicazione nel giudizio amministrativo». La sentenza con la quale la sesta sezione del Consiglio di Stato ha accolto l'appello del comune di Lonato e respinto di conseguenza il ricorso di una residente di Maguzzano e di Legambiente della Lombardia, di fatto restituisce integro il Prg approvato dalla passata giunta leghista e ancora oggi in vigore in attesa di quello nuovo, promesso dall'amministrazione ulivista. Tirano un sospiro di sollievo, dunque, gli aministratori attuali, gli impresari edili e le centinaia tra cittadini e aziende che, nel frattempo, hanno in corso il rilascio di licenze o, in altri casi, ottenuto autorizzazioni a costruire. Se anche i giudici del Consiglio di Stato avessero accolto le tesi dei legali di Legambiente e della proprietaria di una villa a Maguzzano (che contestavano sei licenze rilasciate per costruire villette a Maguzzano), recepite in primo grado dal Tar bresciano, per Lonato avrebbe significato un ribaltone urbanistico di proporzioni disastrose. I giudici di via Malta avevano osservato che lo strumento urbanistico, per il quale di era sviluppato un braccio di ferro tra la giunta leghista guidata dall'allora sindaco Manlio Mantovani e dal Regione per l'applicazione del famoso principio del «silenzio-assenso», era da considerarsi come inesistente per la dichiarata incostituzionalità, sacncita dalla Suprema Corte, dei decreti legge istituiti. In conseguenza di tale pronunciamento, e cioè che ilPrg era da ritenersi «fantasma», sarebbero stati dichiarate nulle tutte le concessioni e le autorizzazioni edilizie rilasciate o in corso di rilascio. Si pensi soltanto alle imprese artigiane, ai molti cittadini che hanno finora edificato, anche in presenza di eventuali varianti. Di parere opposto, invece, i legali del Comune, gli avvocati Innocenzo Gorlani e Claudio Chiola, e quelli dell'impresa Gilioli di Desenzano, Giorgio Allocca e Gianfranco Fontana, che evidentemente hanno convinto i giudici romani.

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