L’Enel ha preso una decisione in merito alle misure di abbattimento delle schiume prodotte dalla centrale del Ponale, e l’ha comunicata ufficialmente nella giornata di ieri al vice Matteotti ed alla rappresentanza rivana. Il progetto proposto dall’architetto Donatini subisce una modifica, che in sostanza consente all’Enel di risparmiare il costo di installazione e di manutenzione delle due pompe previste in origine. Riassumendo: per impedire la fuoriuscita nel golfo delle macchie giallastre si doveva intervenire in tre modi: una barriera più seria di quelle finora poste in opera davanti agli scarichi della centrale; una serie di ugelli fissati sulla faccia inferiore della piattaforma che allargherà la passeggiata lungolago, capaci di sparare acqua a pressione sulle schiume dissolvendole; un vascone cilindrico di 9 metri di diametro in cui le schiume residue vengono convogliate dai getti d’acqua. Le pompe avrebbero dovuto spingere eventuali residui nelle tubazioni delle acque nere, e quindi nel depuratore. L’Enel ha proposto di allontanare d’una cinquantina di metri verso sud il vascone cilindrico, in modo da raddoppiare o triplicare il «lavaggio» con i getti d’acqua, evitando così il ricorso alle pompe. Quel che resta, ammesso che qualcosa resti, finirà comunque nel vascone. La controproposta dell’Enel è stata accettata dal comune che però ha preteso un’anticipazione della fase sperimentale, già decisa per la primavera, destinata a verificare l’efficacia del nuovo tipo di barriera. Matteotti ha chiesto che tutto sia in funzione entro il Venerdì santo, 18 aprile, per evitare che la prima massiccia ondata di turisti, attesi per il ponte di Pasqua, si trovi ancora a dover fare i conti con le macchie giallastre galleggianti. L’aumento della temperatura produrrà la proliferazione delle micro-alghe nel lago di Ledro con conseguente frullato nelle turbine: bisognerà arrestarlo prima che arrivi al largo.
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