giovedì, Aprile 25, 2024
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Il vicepresidente della Comunità del Garda assicura che l’eccesso sarà assorbito dal Po. Tanta abbondanza eviterà disagi in estate a turisti e agricoltori

«Acqua alta? Una manna»

«Nessun allarmismo anzi, l’acqua di questi giorni è una manna e garantirà a tutti, al turismo lacustre e all’agricoltura mantovana, un’estate lontana da problemi di siccità come quella dell’anno scorso». Vincenzo Ceschini, vice presidente della Comunità del Garda, esce dalla riunione tecnica (svoltasi ieri mattina a Mantova) insieme ai responsabili dell’Agenzia interregionale del Po, con l’aggiornamento sulla situazione livelli del Garda. «Nella mattinata di ieri il lago raggiungeva i 144 centimetri, sopra lo zero idrometrico di Peschiera. Nella stessa giornata si è deciso di portare lo svaso dallo sbarramento di Salionze da 120 a 145 metri cubi al secondo. In questo modo riteniamo che, per domani, il livello del Garda dovrebbe scendere a quota 140 centimetri». Il vice presidente della Comunità del Garda ribadisce che la condizione attuale è ben lontana dal destare preoccupazione: «Anche perchè la portata del Po è attualmente sui 4000 metri cubi al secondo, il che significa che il fiume può tranquillamente ricevere l’acqua dal Mincio. Quindi, in caso di necessità, potremmo ancora aumentare il flusso dello svaso. Se le condizioni climatiche rientreranno nella norma, tutto lascia pensare che, a fine maggio, avremo un lago a 115-120 centimetri sopra lo zero idrometrico: una condizione ideale per l’imminente stagione estiva». Nessun pericolo, dunque, secondo Ceschini, di inondazioni o di problemi per le persone. Anzi, con questo clima gli agricoltori mantovani hanno già fatto un primo raccolto senza ricorrere all’acqua del lago. E anche l’allarme sorto a Lazise non si è rivelato fondato: «Per quanto ho potuto appurare», sottolinea Ceschini, «l’acqua non ha lambito la piazza a causa dell’altezza del lago ma per qualche ondata. Diverso è il problema per quanto riguarda le infrastrutture, in particolare l’impianto di collettamento sublacuale. Per quel sistema l’allarme scatta già ad un livello dell’acqua di 120, 130 centimetri che causa sversamenti di liquami a lago. Ma si tratta di un errore progettuale iniziale, che non ha evidentemente tenuto conto della naturale escursione cui è soggetto il lago di Garda». Un lago che necessita, comunque, di cure e attenzione, aggiunge Vincenzo Ceschini, «perchè è il punto di equilibrio delle acque profonde e di superficie dell’intera area che lo circonda. Ho documentato, con un apposito studio, che, al netto dell’evaporazione, l’acqua che esce dal Mincio è maggiore di quella che il Garda riceve dal Sarca, il suo immissario, e dal reticolo idrografico superficiale». Questo significa che al lago arrivano acque di falde provenienti dalle sorgenti carsiche della sponda veronese e dalle zone di montagna della riva bresciana. «Occorrono 25 anni per il ricambio completo delle acque di questo bacino», conclude Ceschini, «per questo nessuno può permettere che si perda la qualità, ancora abbastanza buona, dell’ecosistema gardesano».

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