«Ghe pensi mi» diceva un famoso personaggio in uno dei caroselli più noti degli anni sessanta, ma, in sintesi, è anche quello che il Coordinamento degli imprenditori del basso Sarca manda a dire al comune di Riva, offrendosi di risolvere i problemi derivanti dall’esorbitante numero di pennuti presenti nelle acque del lago. Centinaia di cigni, anatre e oche che, in questi giorni, vengono additati come principali responsabili dell’inquinamento delle acque rilevato dalle autorità sanitarie. «La situazione è ormai insostenibile – spiega Franco Gamba, presidente dell’Unione Commercio Turismo e del coordinamento imprenditori, Franco Gamba – e occorre fare qualcosa subito, prima che sia troppo tardi. L’acqua nei pressi delle spiagge rivane e torbolane è in condizioni terribili: piume, sterco e segni poco gradevoli della presenza degli uccelli. All’amministrazione, che ben si è mossa nel prevenire i gavettoni in spiaggia, chiediamo di fare altrettanto contro chi nutre i pennuti. Multe, multe salate a chi, nonostante ormai da anni sia vietato farlo, si ostina a dar da mangiare agli uccelli. Una provocazione: chi tira i gavettoni paga una multa di 800 mila lire? Facciamo pagare un milione e seicentomila a chi distribuisce pane alle anatre. Intendiamoci – continua Gamba – io amo gli animali e mi piace anche osservarli, ma la situazione è gravissima sia dal punto di vista estetico che da quello, sicuramente più importante, igienico. Chi fa il bagno, oltre a dover fare i conti con anatre e cigni che nuotano a pochi centimetri dalla propria testa, rischia di uscire dall’acqua completamente insozzato. È necessario tutelare la salute dei turisti, insomma, ma soprattutto quella dei rivani che frequentano abitualmente le spiagge e, per questo motivo, ci offriamo di compiere a nostre spese la pulizia del lago, affidando il compito a ditte specializzate. Le possibilità sono due: catturare gli uccelli e trasferirli in zone più adatte ad accoglierli o procedere all’abbattimento di una parte di loro. So che quest’ultima ipotesi non farà piacere a qualcuno e anche io stesso preferirei evitarla, ma la situazione è tale che non si può tergiversare oltre. Nessuna polemica o critica contro il comune, sia chiaro, ma semplicemente l’offerta di collaborazione: in 48 ore siamo sicuri di risolvere il problema. D’altra parte – conclude Gamba – è inutile spendere centinaia di milioni per la promozione turistica e, poi, non risolvere un problema simile. Un problema che rappresenta senza dubbio una macchia per l’immagine della zona.