In questi giorni i rivani trovano nella posta un opuscolo e una lettera firmata dal sindaco Matteotti e dall’assessore Marino. L’argomento è «Agenda 21». Gran parte dei cittadini scopriranno, sempre che si prendano il disturbo di leggere, che si tratta di uno strumento a loro disposizione per avere voce in capitolo sulle trasformazioni dell’ambiente naturale e urbano in cui vivono. Attraverso incontri e forum via Internet. Invero di incontri ne sono già stati fatti nove dall’inizio dell’anno, ma pochi vi hanno partecipato. Ecco il problema: Agenda 21 è uno spazio civico che non decolla. Ed è un vero peccato.D’altro canto Agenda 21 è lo specchio della realtà, quella in cui la soluzione delle problematiche ambientali, che ci riguardano tutti da vicino (qualità dell’aria che respiriamo, inquinamento dei corsi d’acqua e del lago in cui ci bagniamo d’estate, i rifiuti che colmano la discarica, il cemento che fagocita le aree verdi…), sono delegate agli organismi istituzionali. Da Comune, Provincia e Comprensorio – da quando la politica e l’attività amministrativa pubblica hanno fatto proprie le istanze ecologiche e di sviluppo sostenibile – ci si attendono scelte e azioni anche in questo ambito. Un compito che gli enti a volte assolvono, altre no. Paradossalmente, quando la salvaguardia dell’ambiente era tema di studio e di battaglie sostenute unicamente da un’avanguardia della società – le prime associazioni ecologiche – la sensibilità e l’interesse erano maggiori. Ed i risultati, alla fine, concreti e importanti. La discarica controllata dei rifiuti urbani, ad esempio. Erano i primi anni Ottanta, all’epoca la «Maza» era un deposito a cielo aperto, disordinato e putrescente, regno di sporcizia e pantegane, i cui liquami penetravano liberamente nel terreno e nella falda acquifera: è grazie anche alla campagna di denuncia, informazione e sensibilizzazione fatta da Kronos 1999 (un gruppo di ragazzi di Arco senza pretese, ma avanti di 20 anni rispetto all’opinione pubblica e alla classe politica), se oggi la «Maza» è appunto una «discarica controllata», impermeabilizzata e coltivata.Agenda 21, che si prefigge di «cambiare assieme cosa non ci piace», per «disegnare un futuro sostenibile, equo e solidale per la nostra città», raccoglie l’eredità dei precursori della difesa ambientale. Ma senza il contributo dei cittadini rimarrà uno spazio vuoto, un’opportunità sprecata.
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