martedì, Aprile 16, 2024
HomeManifestazioniAvvenimentiAggancia la bomba con l’àncora: salvo
L’ordigno individuato sul fondale Poteva finire in tragedia, come accaduto tre anni fa sull’Adriatico Ma il proprietario della barca ha preferito chiamare i carabinieri

Aggancia la bomba con l’àncora: salvo

Poteva finire in tragedia il ritrovamento di un ordigno della seconda guerra mondiale, avvenuto nel basso Garda, vicino alla costa sirmionese. A scoprire la bomba, lunga circa 30 centimetri, posata su un fondale profondo poco meno di 60 metri, non è stato un subacqueo ma un’àncora. Già, proprio un’àncora lanciata da un diportista che, nello specchio acqueo antistante le grotte di Catullo di Sirmione, una delle zone preferite dai turisti in barca, aveva fermato i motori del suo motoscafo per prendere la tintarella con i suoi amici. Calando l’àncora si è però accorto di aver toccato qualcosa di strano, ed ha avuto davvero un bel fiuto. Perché quella cosa strana che tratteneva la corda dell’àncora l’ha insospettito. Per evitare problemi, l’uomo ha saggiamente chiamato i Carabinieri della motovedetta, in servizio a Desenzano. Il fatto è accaduto domenica scorsa, ma la notizia è trapelata soltanto ieri. I due carabinieri si sono così portati sul posto e grazie alla dotazione di strumenti che avevano a bordo hanno avuto la risposta: si trattava di un ordigno di modeste dimensioni ma sicuramente ancora carico di esplosivo. Se il diportista l’avesse trascinato in superficie oggi, probabilmente, avremmo scritto un’altra storia di cronaca nera. Un fatto analogo avvenne tre anni nel mare Adriatico, dove alcuni pescatori professionisti pescarono un ordigno che esplose nei pressi del motopeschereccio, causando la morte di due marinai. La notizia del rinvenimento dell’ordigno è stata subito comunicata alla Prefettura di Brescia, che ha diramato l’ordine di procedere alla delimitazione della zona di lago interessata con la collaborazione del Comune di Sirmione. Questo per impedire qualsiasi attività di navigazione e di pesca o l’avvicinamento di curiosi. Saranno probabilmente gli uomini del Gruppo Sommozzatori della Marina militare a recuperare l’ordigno bellico per consegnarlo, probabilmente, agli artificieri della quinta Direzione del Genio Militare di Padova. Ma si tratta di una bomba minuscola rispetto a quelle fatte brillare sulla terraferma il 18 luglio 2000, a Lugana di Sirmione. Quel giorno vennero trasportate dall’acqua fino al molo ben 76 bombe d’aereo da 23 libbre ciascuna, un’autentica santabarbara rinvenuta nelle acque di Sirmione dopo una bonifica casuale operata quando i sub della nostra Marina erano alla ricerca delle famose cinque bombe a guida laser, sganciate da un F15 della Nato in emergenza il 16 aprile 1999 nelle acque del Garda. Una ricerca costata anni di fatiche e di ingenti spese, che non ha però chiarito il mistero di quelle bombe «intelligenti». Mistero che riguarda un solo inquietante aspetto: che esplosivo contenevano quegli ordigni? Davvero era innocuo? E come mai, nonostante il vasto spiegamenti di mezzi e uomini, non sono state più trovate? Sulla vicenda sembra essere calato il sipario. Mentre, di tanto in tanto, riemergono come fantasmi di una tragedia lontana gli ordigni di aerei o di contraerea lanciati durante i combattimenti della seconda guerra mondiale, soprattutto tra il 1944 e il 1945.

Articolo precedente
Articolo successivo
Articoli Correlati

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Dello stesso argomento

- Advertisment -

Ultime notizie

Ultimi Video