giovedì, Aprile 18, 2024
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L’Agenzia regionale per l’ambiente vaglia lo stato di salute del Garda: l’inquinamento industriale non c’entra

Agite subito o il lago morirà» Sotto accusa gli scarichi fognari

Un anno e mezzo fa le spiagge di Peschiera, Sirmione e Desenzano sono state invase dalle piante acquatiche, impropriamente chiamate alghe. Nel luglio di quest’anno nel Basso Lago si è verificata una strana moria di pesci e subito dopo, a Peschiera, è avvenuto il decesso di nove cigni. Fatti inquietanti dei quali ancora non si conoscono le cause (per individuarle occorreranno anni, perché gli studi ambientali sono molto lunghi) che hanno fatto sorgere dubbi sulla salute del lago di Garda. A maggior ragione dopo che la scorsa estate sono state chiuse cinque spiagge a Peschiera (due dal 3 al 18 giugno, una dal 21 agosto al 13 settembre, una a fine luglio e un’altra il 21 agosto) e altre due a Lazise (entrambe chiuse a fine agosto, con la differenza che una è stata riaperta il 15 settembre e l’altra pochi giorni dopo) per la presenza nell’acqua di coliformi totali e fecali, batteri potenzialmente patogeni che si trovano negli scarichi delle fognature. Della questione si sta occupando il biologo Giorgio Franzini, responsabile dell’ufficio lago di Garda dell’Arpav (Agenzia regionale protezione ambientale) dipartimento di Verona. «Molti ritengono». dice Franzini, «che il lago soffra per l’inquinamento industriale, ma la realtà è un’altra. Il vero problema è la presenza degli scarichi delle fognature che hanno peggiorato la qualità dell’acqua, facendo aumentare anche la produzione delle alghe e, di conseguenza, la possibile presenza di quelle tossiche, come l’ Anabaena lemmermannii e la microcystis le cui tossine provocano problemi gastroenterici a chi le ingerisce. Tuttavia bisogna sottolineare che per provocare dolori occorre una presenza massiccia di alghe nel lago e che non basta bere una semplice sorsata d’acqua».

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