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Aida all’Arena nell’edizione storica del 1913

L’immancabile edizione del capolavoro verdiano, ispirata alla messa in scena che inaugurò oltre un secolo fa la prima edizione del Festival lirico areniano, porta la firma di Gianfranco de Bosio ed è arricchita dalle coreografie di Susanna Egri.

Nelle prime tre serate sale per la prima volta sul podio dell’Arena di Verona il giovane direttore Daniele Rustioni (10, 16 e 24 agosto), mentre per le quattro recite successive la bacchetta passa a Fabio Mastrangelo (26 e 31 agosto, 4 e 7 settembre).

Repliche: 16, 24, 26, 31 agosto ore 20.45 – 4, 7 settembre ore 20.45.
Per inaugurare il nuovo secolo di opera all’Arena di Verona non poteva mancare uno sguardo alla tradizione. Aida di Giuseppe Verdi, il titolo più rappresentato del Festival lirico che vanta il record di 615 recite per 54 stagioni, torna nell’allestimento che riprende la storica rappresentazione del 10 agosto 1913, rievocato grazie al fine lavoro del regista Gianfranco de Bosio e applaudito da milioni di spettatori per ben 19 stagioni dal 1982.

Nell’anfiteatro scaligero tra obelischi, palme, templi e sfingi, si fronteggiano faraoni, guerrieri, schiavi e principesse, per dare vita ad un successo senza tempo che da 101 anni crea una magia immortale ricca di esoticità, grazie all’alchimia tra la musica di Giuseppe Verdi, il libretto di Antonio Ghislanzoni con i suoi valori amore, patria, onore, morte e redenzione, ed il palcoscenico più grande del mondo.

Inoltre la regia di Gianfranco de Bosio si pregia anche di un “superamento”  della messa in scena originaria ad opera dell’architetto Ettore Fagiuoli. Negli anni Novanta infatti, grazie alla stretta collaborazione con lo scenografo Rinaldo Olivieri, de Bosio realizza un dettaglio scenico che compariva solo nei bozzetti di inizio secolo: l’imponente velario che nel quarto atto domina la scena finale e copre suggestivamente la tomba di Aida e Radamès.

A completamento della messa in scena, il regista affida alla coreografa Susanna Egri il difficile compito di ricreare le parti coreografiche previste dalla partitura verdiana, di cui non resta alcuna nota storica dal 1913. La Egri, che segue le edizioni di Aida in Arena dal 1982, intraprende dunque uno studio assiduo e ricerche accurate durate un intero anno, per portare in scena un lavoro  minuzioso che sa richiamare il gusto ottocentesco del contesto di composizione dell’opera e, nel contempo, pone l’accento sull’innovazione che il balletto ha vissuto nel 1913 e mette in risalto l’eccezionalità delle dimensioni del palcoscenico areniano.

Per la ripresa nel cartellone 2014, tornano ad interpretare i personaggi verdiani voci molto amate dal pubblico areniano insieme a nuovi protagonisti. In Aida si alternano Amarilli Nizza (10, 24, 26/8), Monica Zanettin (16, 31/8) e Susanna Branchini (4, 7/9), come Radamès Marco Berti (10, 16/8), Stuart Neill (24, 26/8) e Fabio Sartori (31/8 – 4, 7/9); vestiranno i panni di Amneris Anita Rachvelishvili (10, 16, 24/8), Giovanna Casolla (26, 31/8) e Lucrecia Garcia (4, 7/9), mentre nel ruolo di Amonasro vediamo alternarsi Marco Vratogna (10, 16, 24/8) e Alberto Mastromarino (26, 31/8 – 4, 7/9).

In Ramfis Dmitry Beloselsky (10, 16, 24, 26/8) si dà il cambio con Andrea Mastroni (31/8 – 4, 7/9), quest’ultimo anche nei panni del Re (10, 16, 24/8) in alternanza a Roberto Tagliavini (26, 31/8) e Seung Pil Choi (4, 7/9).

Completano il cast Riccardo Botta (10, 16, 24, 26/8) e Antonello Ceron (31/8 – 4, 7/9) per il ruolo del Messaggero, mentre Anna Malavasi (10, 16, 24, 26/8) e Maria Letizia Grosselli (31/8 – 4, 7/9) danno voce alla Sacerdotessa.

Interpretano le parti principali delle coreografie di Aida la Prima ballerina ospite Myrna Kamara (10, 16, 24, 26, 31 agosto) e la Prima ballerina areniana Teresa Strisciulli, accompagnate dai Primi ballerini Evghenij Kurtsev e Antonio Russo.

Impegnati Orchestra, Coro, Corpo di ballo e Tecnici della Fondazione Arena di Verona, insieme alle numerose comparse che compongono gli eserciti egiziani ed etiopi in guerra.
La prima rappresentazione del 10 agosto è dedicata alla memoria di Ivo Vinco.

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