giovedì, Aprile 18, 2024
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23 gravidanze nel 2000: il totale nei 16 anni di attività sale così a 280

Aiuto alla vita: islamici 12, cristiani 11

Col concerto di sabato all’Auditorium del conservatorio, con l’assemblea pubblica e con la raccolta di aiuti promossa nelle chiese, il Centro di aiuto alla Vita di Riva ha presentato alla cittadinanza il consuntivo di un anno di attività. Il Centro offre un aiuto concreto a donne che accettino di portare e termine una gravidanza, anche non programmata ed in condizioni di difficoltà. Nel 2000 sono state 23 le nascite seguite dal centro: 11 di connazionali e 12 di extracomunitari. Fra gli italiani, in 7 casi si tratta di donne meridionali rimaste sole dopo un abbandono e preoccupate per il futuro loro e del figlio che attendono; le altre sono della Busa. I disagi derivanti dalla convivenza con un partner tossicodipendente sono in diminuzione: erano intorno al 50% fino al’99. Dei 12 casi di stranieri, marocchini, tunisini ed albanesi, si tratta per lo più di persone di fede islamica che attraversano pesanti difficoltà di inserimento. In genere si tratta di lavoratori in regola con le carte, che lasciano metà o più della paga nelle spese per la casa. Con una moglie e due figli, quando al netto dell’affitto resta un milione o meno al mese, una gravidanza appare una difficoltà insormontabile. Anche se l’aborto, nella maggioranza dei casi, è estraneo alla loro cultura, un aiuto è necessario anche perchè, ironia della sorte, con la paga dei mariti (al lordo dell’affitto, naturalmente) si superano i limiti del minimo vitale, che darebbe loro il diritto di essere seguite dalle assistenti sociali. L’accordo con il Centro, che è diretto da Giuseppe Giacopini, prevede una base standard che consiste nella copertura delle spese di latte e pannolini per il primo anno di vita: in genere 300.000 lire al mese. In casi più gravi è possibile prevedere un aiuto dallo «scaffale alimentare», una specie di supermarket dei generi di prima necessità. E si può arrivare anche ad una integrazione per l’affitto, da quantificare caso per caso. Nel 2000 il Centro ha erogato aiuti per 50 milioni. Quasi sempre la vicinanza e l’amicizia con le donne ed i piccoli continuano anche dopo il primo anno. I volontari del Centro (il dottor Giacopini ricorda che c’è posto per tutti quelli che abbiano voglia di dare una mano) si impegnano perchè ritengono di dover vivere così il loro cattolicesimo. La «clientela» islamica non rappresenta un problema: a nessuno, naturalmente, vengono chieste contropartite di alcun genere per l’aiuto concesso. Solo, quando inevitabilmente si sentono chiedere perchè lo facciano, rispondono che la generosità si radica nella croce. E basta.

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