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All’«Enrico Fermi» una particolare disciplina sportiva al posto della «solita» pallavolo. È un caso più unico che raro nel panorama scolastico d’Italia

Al Liceo scocca l’ora di tiro con l’arco

È materia «obbligatoria» per i ragazzi di cinque classi e influisce sui voti in pagella di educazione fisicaMercoledì 01 Aprile 2009PROVINCIA,pagina 23e-mailprint Ragazzi del liceo «Fermi» di Salò durante l'ora di tiro con l'arco In alcune classi del Liceo «Fermi» di Salò il tiro con l'arco è diventato materia di insegnamento, e fa parte delle ore di Educazione fisica, invece della «solita» pallavolo.«Credo sia la prima volta che succede, in tutta Italia – spiega il professor Walter Stacco, promotore dell'operazione -. È da ottobre che 110 ragazzi, maschi e femmine, della sezione C, dalla prima alla quinta, svolgono stabilmente un'ora di tiro con l'arco settimanale. Da qualche anno la Compagnia arcieri della Valtenesi sta compiendo opera di divulgazione nel nostro istituto. Al pomeriggio gli allievi potevano partecipare al corso, se lo volevano. La novità è invece che, in aggiunta al laboratorio pomeridiano, il tiro con l'arco è entrato come materia di studio nel programma, e viene spiegato in orario scolastico. È oggetto di valutazione, e influisce sul voto di Educazione fisica».La Compagnia arcieri, presieduta da Pietro Zanelli, ha sede a Polpenazze, e dispone di uno spazio all'interno del campo sportivo. Sono tre gli istruttori che istruiscono i ragazzi del Liceo: Sergio Agosti, Guido Speziani, Luca Palazzi. Cinque le linee di tiro allestite in un corridoio al coperto, nei locali della (da utilizzare nel periodo autunno-inverno), e nel giardino della scuola, all'aperto (quando comincia a risplendere il sole primaverile). La Federazione ha prestato una ventina di archi, faretre e parabraccia, e la Compagnia ha messo a disposizione frecce, tabelloni e reti.Aggiunge Stacco: «Il tiro con l'arco non richiede grande fisicità, ed è praticabile da tutti, anche da chi è su una sedia a rotelle. Inoltre educa alla legalità, alla conoscenza delle regole e al controllo di un'arma».«Questo sport – assicura Agosti – aiuta ad ascoltare il proprio corpo e a conoscere se stessi. Serve per tutte le articolazioni, e contribuisce ad aumentare la tranquillità». Nei giorni scorsi Francesco Mapelli, presidente del Comitato lombardo, è giunto sul Salò per dare la propria «benedizione».

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