Al via il tour dell’opera contemporanea “Guardiana”, di Francesca Merloni. Sul palco con lei Gianmarco Tognazzi

06/06/2017 in Teatro
Di Luigi Del Pozzo

“Guardiana” è uno spet­ta­co­lo di musi­ca e scrit­to ed inter­pre­ta­to da Francesca Mer­loni, con le musiche orig­i­nali del pianista Remo Anzovi­no, la parte­ci­pazione di Gian­mar­co Tog­nazzi, che cura anche la regia, le scenografie di Bruno Cec­co­bel­li. La pre­sen­ta , pres­i­dente del­la Fon­dazione Vit­to­ri­ale degli Ital­iani.

La con­trap­po­sizione poet­i­ca e tra l’io fem­minile e l’io maschile, tra due indi­vidui che si amano e sono alla ricer­ca delle parole che pos­sano sub­li­mare il loro sen­ti­men­to – dial­o­go che il pub­bli­co ascol­ta coi toni di un duplice monol­o­go – ha nel­la musi­ca la terza voce, anch’essa pro­tag­o­nista fon­da­men­tale del­la pièce, in un crescen­do di sen­sazioni in gra­do di rapire lo spet­ta­tore.

Lo spet­ta­co­lo, pre­vis­to per il 7 giug­no alle ore 21.00 al (via del Vit­to­ri­ale 12, Gar­done Riv­iera), a causa delle tante richi­este, andrà in sce­na anche il 6 giug­no, sem­pre alle 21.00 al Vit­to­ri­ale. L’ingresso per entrambe le date è gra­tu­ito e si accede solo ed esclu­si­va­mente per invi­to (info­tel: 06 6865493, e‑mail: redazione@ilcigno.org). Dopo lo spet­ta­co­lo, sia il 6 sia il 7, seguirà l’in­con­tro con gli artisti e un brin­disi coi vini del­la “Tog­naz­za”. Ogni spet­ta­tore ricev­erà il libret­to di sce­na. Il tour pros­eguirà poi in tut­ta Italia (nel cir­cuito di Gar­daMu­sei ci sarà anco­ra il 23 in Castel­lo a Desen­zano del Gar­da, il 24 giug­no a Gargnano, il 25 a Sirmione e nuo­va­mente agli inizi di luglio, poi il 24 luglio a Toscolano Mader­no, il 25 al MuSa, di Salò, il 26 al Museo Dioce­sano di Bres­cia e il 27 luglio a Tor­ri del Bena­co).

Lo spet­ta­co­lo è prodot­to da Loren­zo Zichichi e dal­la sua Casa Editrice “Il Cig­no GG Edi­zioni”, che sposano ques­ta avven­tu­ra rite­nen­dola una nuo­va fron­tiera dell’arte con­tem­po­ranea nel­la sua accezione più ampia.

“Accoglier­e­mo Guardiana al Vit­to­ri­ale – scrive nel­la pre­fazione al libret­to di sce­na per­ché i suoi ver­si sono bel­li, e for­ti, e nuovi, mai banali nel par­lare dell’amore che si inter­ro­ga. Un altro moti­vo, poi, mi ha con­vin­to a fare in modo che Guardiana potesse viag­gia­re e far­si conoscere in numerosi teatri e sedi di Gar­daMu­sei. Guar­date, e leggete, in queste pagine le immag­i­ni e le sto­rie dei pro­tag­o­nisti. Una poet­es­sa mag­nifi­ca, che ride e che non crea soltan­to poe­sia, ma anche in azione, un attore di tut­to capace, un com­pos­i­tore che è anche avvo­ca­to, e non poten­do mutare la legge inno­va la musi­ca, uno scenografo mist­i­co-filosofi­co, un orga­niz­za­tore colto che sa come far ren­dere la cul­tura. Tut­ti diver­si, ma tut­ti bel­li, cre­ativi, sim­pati­ci, da far venire voglia di fre­quen­tar­li. Pro­prio come Gar­daMu­sei, unione di gran­di cit­tà e pic­coli borghi, musei immen­si e minus­coli gioiel­li, asso­ci­azioni dinamiche e isti­tuzioni vir­tu­ose. Siate la nos­tra Guardiana alle­gra”.

“‘Guardiana’ è a tut­ti gli effet­ti un’opera lir­i­ca con­tem­po­ranea – dichiara Zichichi – dove per liri­co si intende un libret­to scrit­to da una poet­es­sa, in cui l’in­ter­pre­tazione ver­bale è melo­dia vocale, gra­zie ad una emozio­nante recitazione. Lo spet­ta­co­lo è nuo­vo tipo di opera con­tem­po­ranea, in cui le musiche sono cal­i­brate sulle parole e, di fat­to, si ascol­ta la poe­sia, accom­pa­g­na­ta dalle note musi­cali, che non sono un sem­plice sot­to­fon­do, ma ne strut­tura­no la com­po­nente emo­ti­va”.

Il rap­por­to con la musi­ca, in ques­ta nuo­va ver­sione dell’opera è essen­ziale – sot­to­lin­ea Francesca Mer­loni –. La mia ricer­ca per­son­ale è sta­ta quel­la di con­sid­er­are le parole come “suono” e trovare il loro sen­so più pro­fon­do. Nel­la riscrit­tura dell’opera, pri­ma mag­gior­mente incen­tra­ta su un monol­o­go, sono sta­ta spin­ta da Gian­mar­co Tog­nazzi e Remo Anzovi­no a scri­vere per loro e su di loro. È sta­to un divenire cre­ati­vo com­pi­u­to anche sul pal­co, tra una pro­va e l’altra. L’u­ni­ver­so maschile, spes­so così “altro” per noi donne – soprat­tut­to se innamorate – si è riv­e­la­to un impul­so molto fecon­do per me”. 

“Guardiana  – aggiunge Gian­mar­co Tog­nazzi – mi dà la pos­si­bil­ità di inter­pretare il mio ruo­lo affi­dan­do­mi total­mente alla poe­sia; ed è ques­ta per me una espe­rien­za nuo­va per­ché mi fa entrare in un ter­ri­to­rio sco­mo­do, mi fa sen­tire l’emozione che è nelle per­sone, mi apre al ris­chio di inter­pretabil­ità e quin­di mi fa sco­prire una nuo­va parte di me. L’ampiez­za dei tan­ti modi di inter­pretare un ruo­lo che la è capace di offrire è tale che ci si può sen­tire inadeguati, per­ché la poe­sia è tal­mente uni­ver­sale che chi ascol­ta può dar­le il sig­ni­fi­ca­to che preferisce, in base al pro­prio sta­to d’animo. È ques­ta incertez­za che fa perdere “il dominio” che un attore ha sul suo pub­bli­co. Ed è una sfi­da che non ho potu­to fare a meno di cogliere”.

È un lavoro molto maturo, che toc­ca tutte le corde del cuore e che prevede, in chi ascol­ta, un bagaglio di vis­su­to molto inten­so – dichiara il pianista e com­pos­i­tore Remo Anzovi­no – ; l’elemento inter­es­sante è il mis­tero che si intravede e che las­cia allo spet­ta­tore la pos­si­bil­ità d’interpretare ‘Guardiana’  in modo asso­lu­ta­mente pro­prio; la musi­ca fa quin­di da con­trotesto, il pianoforte si fa orches­tra e le parole si fan­no voci sull’orchestra; la com­po­sizione del­la par­ti­tu­ra musi­cale è fat­ta di equi­lib­ri tra ele­men­ti colti e popo­lari, dove nul­la è las­ci­a­to al caso; per questo sono par­ti­co­lar­mente felice di essere sta­to accolto in questo prog­et­to asso­lu­ta­mente inno­v­a­ti­vo e sper­i­men­tale del­la casa editrice Il Cig­no”.

Molto sug­ges­ti­va è anche la scenografia dell’opera teatrale. “ ‘Ci vuole cor­ag­gio a scri­vere amore sul­la ter­ra’  è una delle frasi del­la pièce che mag­gior­mente mi han­no ispi­ra­to nel­la real­iz­zazione di una macchi­na sceni­ca teatrale — sot­to­lin­ea Cec­co­bel­li -, costru­i­ta su sei porte che gira­no su un uni­co per­no”. Su ognuna di esse ci sono i dis­eg­ni dell’artista che com­ple­tano l’intera rap­p­re­sen­tazione. 

 

 

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