mercoledì, Aprile 24, 2024
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Alla presenza di Luigi Veronelli, Luciano Imbriani e Angelo Peretti si è svolta ieri mattina, sabato 13 aprile, presso lo stand del Consorzio Tutela Lugana DOC la presentazione del nuovo libro titolato “Il Lugana”.

Al Vinitaly presentato il volume “Il Lugana”

Alla presenza di Luigi Veronelli, Luciano Imbriani e Angelo Peretti si è svolta ieri mattina, sabato 13 aprile, presso lo stand del Consorzio Tutela Lugana DOC la presentazione del nuovo libro titolato “Il Lugana”. Oltre all’autore Angelo Peretti erano presenti anche il presidente del Consorzio Paolo Fabiani e l’editore Paolo Morganti e Elisabetta Seraiotto del Consorzio Grana Padano. Foltissima l’affluenza di pubblico composta in maggior parte da giornalisti specializzati nel settore. Una realizzazione fortemente voluta dal nuovo direttivo del Consorzio Tutela, in carica dal giugno 2001, per consolidare l’importanza e l’immagine di questo vino, apprezzato nei secoli. Testimonianze storiche certe, infatti, riportano la particolarità della natura, ove si realizzò il felice connubio di un’economia rurale basata in prevalenza sulla pescosità del Lago e sulla coltivazione di “viti generose” come ricordava Ottavio Rossi nel XVII secolo. In questa penisola visse per lungo tempo Gaio Valerio Catullo che esaltava nei suoi canti questa terra ed il suo prestigioso vino bianco. Re longobardi ed ostrogoti furono grandi estimatori del vino Lugana, tanto che Re Teodato, vissuto verso il 500 d.C., lo definì vino regale. Il Lugana è sempre stato prediletto nei sontuosi banchetti della consulta nonché presso la corte scaligera oltre che, e lo è ancora, presso le mense papali. Un volume particolarmente importante perché traccia ed analizza un insieme di valori propri di questa terra che, lambendo le sponde del basso Garda, si inoltra lungo le pendici delle colline moreniche toccando 5 comuni appartenenti a 2 province (Brescia, Verona) ed altrettanti Regioni (Lombardia e Veneto).Luigi Veronelli, grande ed appassionato conoscitore delle terre e dei vini Lugana, a ricordato ai presenti il suo motto, scritto anche nella presentazione del volume “Bevi il tuo Lugana giovane, giovanissimo e godrai della sua freschezza. Bevilo di due o tre anni e ne godrai la completezza. Bevilo decenne, sarai stupefatto della composta autorevolezza. I Lugana, cosa rara nei vini, hanno una straordinaria capacità di farsi riconoscere. Tu assaggi un Lugana e se sei un buon assaggiatore, non puoi dimenticarlo”. Angelo Peretti, autore dei testi, ha invece affermato che “Il Lugana è un vino notissimo e forse tanta notorietà potrebbe costituire un ostacolo. Voglio dire: siamo sicuri che i consumatori abbiano davvero una corretta percezione delle prerogative di questo vino? Per cercare di capirlo, ho dapprima ricordato l’immagine del Lugana offerta dalla critica vinicola nel corso degli anni, avendo conferma che fino a giorni recentissimi (ma in molti casi ancora oggi) si tendeva a presentarlo come un bianco di facile beva e poco impegno. Allora ho voluto tentare di rendere giustizia a un vino che amo definire un rosso travestito da bianco, avendo dei rossi l’intensità e anche, in certe sue espressioni, la longevità (che buoni certi Lugana d’oltre cinque anni!) e dei bianchi la fragrante eleganza. E per capire questa curiosa commistione di caratteri, è stato necessario partire dalla terra luganista, dal Garda che sembra placidamente assorto finché non s’imbizzarrisce in tempeste quasi marine (per dirla con Virgilio), dalle argille di Lugana secche come pietra nei tempi di siccità, infide come sabbie mobili dopo gli acquazzoni. Terra difficile, sulla quale solo un grande vitigno può dare ottimi risultati. E il Trebbiano di Lugana un grande vitigno lo è di sicuro”.

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