venerdì, Aprile 19, 2024
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Ieri mattina la cerimonia nell’auditorium. Poi è stato proiettato, per la prima volta nel Nord Italia, il film «La figlia di Iorio». Ci sono anche 26 copie di medaglie al valor militare del Regno, tra cui quella di Gabriele D’Annunzio

Al Vittoriale i cimeli del legionario Ezio Pace

Ieri mattina a Gardone Riviera, in occasione dell’anniversario della nascita di Gabriele D’Annunzio (Pescara, 12 marzo 1863) i familiari del legionario Ezio Pace hanno donato al Vittoriale i cimeli di Fiume. Ci sono la medaglia commemorativa della marcia di Ronchi, appuntata su un labaro; 26 copie di medaglie al valor militare del regno, incise con i nomi di altrettanti decorati, fra cui Luigi Rizzo, Antonio Locatelli, Elia Rossi Passivanti, Ernesto Cabruna e lo stesso D’Annunzio; 6 copie di medaglie al valor militare della repubblica italiana, non incise. E ancora: il labaro della sezione di Milano, due bandiere con lo stemma dei Savoia, una della città di Fiume e altri ricordi. Si tratta di testimonianze che perpetuano la volontà del poeta. Saranno collocate nel museo della guerra, ordinato e curato dal finanziere Antonio Spada «che –ha spiegato il suo braccio destro, Luciano Faverzani – è impegnato in una visita di Stato. Come ambasciatore dell’Ordine di Malta si trova infatti alle Seychelles, dove hanno appena cambiato il presidente. Ne approfittiamo per ringraziare la sensibilità della famiglia Pace». Alla cerimonia, tenutasi nell’auditorium, hanno partecipato la presidentessa Annamaria Andreoli, la vice Giovanna Ciccarelli, il sindaco Alessandro Bazzani e numerosi studenti. Dopo avere fatto da tramite e da garante nella donazione, Vittorio Pirlo (farmacista, ex sindaco di Salò, ex numero 1 della Canottieri e dell’Ateneo) ha ricordato come il figlio di Ezio, Aldo Pace, abbia assolto con fervore le funzioni di segretario della «Legione Fiumana» e sia stato una colonna portante dell’ «Associazione amici del Vittoriale». Dieci legionari sono sepolti nel mausoleo, collocato in splendida posizione panoramica nella parte alta del Vittoriale. Le loro urne fanno corona all’arca centrale, che contiene le spoglie di D’Annunzio. «Da tutte le radici di questi alberi – disse il poeta soldato – sorgeranno i nostri morti». L’altare è formato da un masso dell’Adamello. Dopo la consegna dei cimeli è stato proiettato per la prima volta al Nord il film «La figlia di Iorio», regia di Mario A. Di Iorio, tratto dalla omologa tragedia, realizzato l’anno scorso grazie ai contributi dell’Amministrazione provinciale e del comune di Pescara, della Fondazione Caripe e del Vittoriale. Girato in Abruzzo (monti della Maiella, grotte del Cavallone, lago di Casoli, fiume Aventino, Abbateggio, costa dei Trabocchi, promotorio delle Ginestre, foce del Sangro, Caprafico di Guardiagrele, Lama dei Peligni, ecc.), il film conserva tutte le parole del testo originale. I tagli sono stati operati per rendere cinematografico il linguaggio teatrale, e riguardano le ripetizioni o le battute che non c’è bisogno di dire. Mario Di Iorio ha evidenziato la forza dei potenti, che soverchia i deboli e gli emarginati, come Aligi e Mila, l’egoismo che rifiuta la solidarietà, l’integrità e l’orgoglio (disposti a scontrarsi con la morte, pur di non soggiacere all’abuso), l’urlo dell’amore. Sullo sfondo, un paesaggio straordinario, vivo e palpitante.

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