giovedì, Aprile 18, 2024
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«Qui rischiamo di cancellare quarant’anni di turismo»

Albergatori sul piede di guerra

La Gardesana chiusa fino al 2002? Limone non ci sta. E non ci stanno nemmeno amministratori e albergatori dell’intero alto Garda bresciano. La frana che è caduta alla Rocchetta, vicino a Riva, e che ha cancellato una trentina di metri di carreggiata, è una patate bollente che adesso passa nelle mani dei politici di Provincia e Regione Lombardia. Il problema è semplice: il progetto del tunnel elaborato dalla Provincia di Trento – 1250 metri di lunghezza per 75 miliardi di spesa, lavori ultimati a metà del 2002 – non deve impedire la riapertura in tempi brevi dell’unico collegamento fra la sponda bresciana e il Trentino. Costi quel che costi. Altrimenti da Salò a Limone sono pronti ad affilare le armi. In tema di carte da mettere sul tavolo, Gianfranco Montagnoli, presidente dell’Associazione albergatori di Limone, parla senza mezzi termini: «È il momento di giocare briscole pesanti». E aggiunge: «Gli albergatori limonesi non guarderanno in faccia nessuno. Attendiamo le prossime mosse». E così, la preoccupazione che pareva – fino a ieri – circoscritta o quasi a Limone, da oggi si allarga all’intera sponda occidentale del Garda, dove si sentono «scavalcati» – meglio ancora «traditi» – nelle decisioni, senza essere stati preventivamente contattati. E iniziano a fioccare prese di posizione dure, fino a qualche giorno fa appena sussurrate. Nodo del contendere non è tanto la scelta della Provincia di Trento di procedere alla realizzazione di un nuovo tunnel, che servirà a garantire l’incolumità degli automobilisti, risolvendo definitivamente il problema su quel tratto di strada. Piuttosto, la preoccupazione è maturata e la polemica va esplodendo sull’altro interrogativo, legato alle possibilità di transito nei prossimi due anni, sull’attuale statale 45 bis. Questo è l’argomento forte sul tavolo, attorno al quale l’analisi si fa più approfondita e sulle cui conseguenze ci si interroga. Montagnoli precisa: «Gardesana chiusa significa mettere in ginocchio l’economia di tutta la parte occidentale del Garda, non solo quella limonese. È una decisione deleteria. Certi provvedimenti non vanno presi a porte chiuse, ma convocando la gente e parlando». Fino ad ora, nessuno vuole credere che una mazzata di queste dimensioni possa essere davvero ammissibile. Limone – oltre 50 alberghi, più di un milione di presenze turistiche all’anno, quasi 8000 posti letto, un migliaio di dipendenti nel settore turistico, per buona parte provenienti proprio dal Trentino – sta con il fiato sospeso. E, con Limone, il resto della sponda occidentale. Da non molto tempo, in quest’area, opera il «Consorzio Riviera dei Limoni», che raccoglie l’adesione di 250 alberghi. Alla presa di posizione diramata con un comunicato ufficiale (lo riportiamo qui a fianco) fa seguito una dichiarazione del vice presidente, Marcello Beschi. «In primo luogo non possiamo accettare che, di punto in bianco, vengano prese decisioni di simile portata, senza che vengano interpellate associazioni dal rilevante peso economico come la nostra. Il problema non è solo limonese, ma gardesano, e bisogna ricordare che almeno l’80 per cento del nostro turismo di passaggio proviene da Riva. «Due anni di chiusura della strada potrebbero cancellare 40 anni di lavoro e promozione turistica. Noi cerchiamo collaborazione, e vogliamo anche sottolineare che al settore alberghiero si accosta tutto l’indotto: ristoranti e negozi. Al momento è prematuro parlare di perdite economiche da parte degli operatori, ma va senz’altro rilevato che nella nostra zona il settore alberghiero offre occupazione ad almeno 7000 dipendenti, oltre a quelli impegnati nell’indotto». Atmosfera pesante, quindi, e dichiarazioni in linea da parte di Mara Samuelli (albergatrice a Gargnano): «La Gardesana è l’unica vera risorsa, specie in estate. È impensabile chiuderla così, e non credo sia neppure corretto. Con Limone dobbiamo muoverci tutti». Le fa eco Claudio Arrighini, presidente della Pro loco di Tremosine: «Siamo alla disperazione, in questo modo non è possibile proseguire. Bisogna garantire la sicurezza anzitutto, ma necessita anche salvare la stagione estiva. A questo punto diviene fondamentale un coordinamento di movimenti tra gli operatori della “Riviera dei Limoni” e gli amministratori locali».

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