venerdì, Aprile 19, 2024
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Il Tar si è pronunciato nella causa che oppone l’assessore Parolini alla famiglia Cerini

Alberghi, crescere si può

La telenovela sulla costruzione del «quarto piano» degli alberghi di Desenzano segna l’ennesima puntata, forse conclusiva, dopo una sequela di denunce, ricorsi, cantieri bloccati e polemiche. L’ultimo round, anche se non definitivo, è favorevole agli albergatori che vogliono «sopralzare» i loro hotel. Secondo i giudici del Tar di Brescia, infatti, la delibera del gennaio scorso con cui il consiglio comunale ha deciso di dare un’interpretazione autentica sull’intricata questione dell’altezza degli alberghi, non è da annullare. E’ quanto hanno espresso i giudici amministrativi respingendo la domanda di sospensione della delibera comunale avanzata dall’ingegnere Mauro Parolini, assessore provinciale ai lavori pubblici, che da mesi ha scatenato una battaglia legale contro la famiglia Cerini, proprietaria dell’Hotel «Nazionale» per via della sua ristrutturazione. Il progetto prevedeva, oltre ad un aumento di cubatura, anche il contestato sopralzo fino ad un’altezza pari al 4° piano. Una possibilità che, lo ricordiamo, era stata fino ad allora consentita grazie all’art. 22 delle norme tecniche d’attuazione del vecchio piano regolatore risalente al 1985. Parolini, che abita dietro l’Hotel Nazionale, presentava però ricorso al Tar alla fine del 2003. I giudici amministrativi accoglievano la richiesta di sospensiva provocando uno stop al cantiere dell’albergo. Il successivo ricorso in appello al Consiglio di Stato da parte degli albergatori produceva un’altra battuta d’arresto, nonostante il consiglio comunale il 30 gennaio avesse deliberato un’interpretazione autentica dell’articolo 22, precisando che «è consentito per interventi su alberghi più bassi di 4 piani di sopraelevarsi fino a 4 piani e di mantenere invece l’altezza se più alta di quattro piani». Una volta resa pubblica questa delibera, la famiglia Parolini decideva di ricorrere nuovamente al Tar chiedendone, per l’appunto, la sospensiva. Ma il problema non poteva riguardare più soltanto due soggetti. In ballo a questo punto entravano, infatti, anche gli interessi di molte imprese alberghiere desenzanesi che si trovano nelle stesse condizioni del «Nazionale». Ecco spiegato il fatto che al Tar si costituivano in giudizio sia il Comune (per difendere la propria delibera, assistito dall’avvocato Davolio), sia anche il Consorzio Albergatori (difeso dagli avvocati Porqueddu, Ribolzi e Invernizzi) oltre naturalmente alla famiglia Cerini (assistita dall’avvocato Alberto Luppi). Il Tar nella sua ordinanza osserva che «la lettura della norma di interpretazione autentica pare allo stato ammissibile nel quadro della leggee regionale 23 e corrispondente all’orientamento di favore nei confronti degli interventi di ampliamento degli alberghi, che siano governati da una logica pianificatoria unitaria». Quel che, però, traspare da questa prima pronuncia (in attesa della sentenza di merito) è che essa non si sia limitata a dare un’indicazione di natura puramente cautelare, ma è entrata nel merito della normativa urbanistica del Comune, ritenendo ammissibile e coerente l’interpretazione data dal consiglio comunale. Conseguentemente, deve ritenersi legittima la concessione edilizia rilasciata al «Nazionale».

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