venerdì, Marzo 29, 2024
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Sempre sul banco, invece, Matteotti, Valandro, Daves e Ravanelli

Alberto Ballardini è il meno presente in aula

Nel corso del 2000 il consiglio comunale di Riva si è riunito 24 volte: così almeno risulta nella statistica degli uffici comunali incaricati di dirottare ai consiglieri, per ogni seduta, un gettone di presenza pari a 50 mila lire lorde. In realtà c’è stata anche una riunione interrotta sul nascere per mancanza del numero legale; e ci sono state altre due riunioni «informali», dedicate alla viabilità (con Dellai) e all’alternativa «tunnel lungo» (con l’ingegner Paolo Ferrari).Ma al di là dei «gettoni» (che sicuramente non arricchiranno nessuno), la statistica permette di stabilire la classifica sia dei consiglieri più assidui, che di quelli meno appassionati dei lavori in aula. Scopriamo così che i «sempre presenti» (cioè 24 volte sui banchi) sono stati il capogruppo della Margherita Paolo Matteotti, il collega di schieramento Salvador Valandro e due consiglieri di minoranza: Giuseppe Ravanelli (An) e Mario Daves (Comunità Rivana). Tra i meno affezionati ai lavori dell’assemblea elettiva rivana la classifica è invece guidata da Alberto Ballardini (Ds, 15 presenze), seguito da Alfredo D’Agostino (Margherita, 18) e da Marco Manzoni (Far) e Aurelio Delaini (Forza Italia). Sempre per le statistiche va rilevato che il consiglio comunale più lungo è stato di cinque ore e mezzo, mentre quello più corto ha occupato i consiglieri soltanto per 62 minuti.La lunghezza variabile dei consigli comunali introduce peraltro un altro aspetto che la statistica non considera: l’effettiva presenza «in aula» al di là della «presenza» all’appello (che serve per il gettone). Su questo versante è lo stesso presidente del consiglio, Tomaso Benamati (assente una sola volta e sempre diligentemente inchiodato al suo posto a dirigere i lavori), che non esita a lanciare ai consiglieri rivani un significativo appello. «In aula – dice – esiste il problema delle «comparsate», vale a dire dei consiglieri che arrivano, se e stanno seduti per un po’ e poi spariscono, magari per tornare un’altra volta dopo cena. E’ un problema che spesso mette in difficoltà la maggioranza. Credo che vi dovrebbe essere una presenza più reale e responsabile».Detto questo, Benamati aggiunge anche un altro aspetto che certe volte rende noiosi e poco operativi i consigli: l’eccessiva prolissità di certi interventi. «Ma d’altra parte – dice – abbiamo un regolamento che lo consente e io, quindi, non posso farci nulla. Per il resto il mio lavoro di presidente non incontra difficottà. Ho un buon rapporto sia con i consiglieri di maggioranza che con queli di minoranza».

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