giovedì, Aprile 25, 2024
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Di giorno al largo, la sera nei porti. E il turismo ne risente

Alga sempre più diffusa: è allarme

I comandanti dei battelli e degli aliscafi cercano di girargli al largo. Ma quando si imbattono in ammassi lunghi 5-600 metri, proprio non ci riescono, neppure con tanta buona volontà: e allora, mentre la chiglia si impantana nelle massa gelatinosa di milioni di microalghette in sospensione, sui ponti delle motonavi, in tutte le lingue del turismo gardesano, rimbalza la tragica domanda.«Cos’è quella schifezza?». Il personale di bordo, in servizio tra i porti di Riva, Torbole, Limone e Malcesine, si affretta a rispondere, con gentilezza, che si tratta di alghe innocue, che le chiazze verdi-giallognole sono stagionali, che il Garda è uno dei laghi più puliti d’Europa. Eccetera, eccetera. Ma di sicuro il conforto che ne ricavano i villeggianti (a giudicare dalle loro facce) è inferiore alle attese e alla bontà delle risposte, che sono in effetti sincere.Sta dunque assumendo toni sempre più preoccupanti – la storia dei battelli serve solo a rendere l’idea: invero i commenti sconsolati arrivano da tutti gli ambienti nautici dell’alto lago – il fenomeno della mucillaggine verde-giallognola (composta di alga anabaena ammassata dal vento e dalle correnti), di cui abbiamo già avuto modo di parlare all’indomani della sua comparsa (circa una settimana fa). Si pensava che fosse una «mattata» del tempo, capace di riproporre, chissà perchè, ma comunque per poco tempo, un allarme che una decina di anni fa aveva interessato i litorali a sud di Salò. Invece non solo le gelatine d’alga si sono ampliate giorno dopo giorno lungo le rotte del lago aperto (fortunatamente invisibili per chi il Garda se lo gode standosene a riva), ma s’è anche notevolmente ingigantito l’effetto più deleterio: vale a dire l’ammucchiata delle alghe, sul far della sera, nel golfo di Riva. Giovedì sera chi si è trovato a passeggiare (come chi scrive) dal Brolio alla Casa Rossa – quasi un chilometro di percorso ad altissima frequentazione turistica – s’è imbattuto in uno spettacolo a dir poco penoso: l’acqua, dove un tempo si vedevano scorrazzare i persici e i vaironi, era un torbido liquame, del tutto simile nell’aspetto (ma all’ennesima potenza) ad un paiolo dove la farina gialla, prima di raggrumarsi in polenta, si spappola in poltiglia filamentosa.«Vien da chiedersi se davvero basterà il ritorno delle normali condizioni meteorologiche per far sparire quella maledetta alga – dice Giancarlo Angelini, che, impegnato con le pilotine d’appoggio alle regate della Fraglia di questi giorni, è stato uno dei primi a segnalare l’anomalia a chi di dovere. E racconta, decisamente preoccupato, che l’elica del suo natante ieri, anzichè sollevare schiuma scintillante, sollevava una scia giallognola. Del resto è anche vero (e questo dà la misura dell’effetto ottico osceno del fenomeno) che più d’una persona, ignara dell’alga, ha allarmato i vigili del fuoco di Riva, come se si fosse imbattuta in un inquinamento da fogna.Si spendono ogni anno miliardi per l’immagine benacense. Una stupida persistente alghetta rischia di vanificare la promozione.

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