venerdì, Aprile 19, 2024
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Per Ags ogni temporale provoca sversamenti nel Garda non gestibili dal collettore nonostante le migliorie. Zanetti: «Anticrittogamici e detersivi responsabili dell’aumento del fosforo»

Alghe, sotto accusa l’agricoltura

La presenza di fosfati che nelle acque del Garda si trasformano in nutrienti delle alghe deriva non tanto dagli sversamenti del collettore, bensì dal dilavamento dei campi trattati con prodotti chimici e dai detersivi non dissolubili presenti nelle acque bianche che scaricano direttamente a lago: lo dice Vittorino Zanetti, presidente dell’Azienda gardesana servizi, ente gestore del sistema di collettamento sublacuale della sponda veronese del Garda.«Non sono cose che mi invento», spiega Zanetti, «si tratta di dati raccolti da istituti scientifici che sono stati illustrati in un convegno tenutosi a Garda nel marzo dello scorso anno».All’origine di questa alimentazione forzata che porta all’incremento di produzione delle alghe, inclusa quella Anabaena lemmermannii potenzialmente tossica, ci sarebbe dunque un fenomeno che poco ha a che vedere con l’efficienza del collettore veronese; un’efficienza per altro ribadita da Zanetti. «Negli ultimi anni abbiamo speso diversi milioni di eruo per lavori di incamiciamento interno della condotta sublacuale che, oggi, ha limitato al massimo le proprie perdite». «Diverso», prosegue il presidente di Ags, «è quello che può succedere in caso di forti temporali: il collettore non riesce a raccogliere oltre alle acque nere anche quelle bianche frutto delle piogge cadute. È in quei momenti che ci sono gli sversamenti».La conferma arriva dai dati relativi al primo semestre 2006: in quel periodo sversamenti effettuati dai due collettori, veronese e bresciano, sono stati pari allo 0,18 per cento delle acque trattate; le percentuali maggiori di scarico a lago coincidono con i mesi più piovosi.«Questi fenomeni», continua Zanetti, «dipendono dalla massa d’acqua meteorica scaricata da forti piogge e dal sistema fognario misto, acque bianche e nere, che convoglia nel collettore maggiori quantità rispetto alle portate dello stesso calcolate per le sole acque nere».Il sistema fognario dei Comuni, cioè, dovrebbe separare acque bianche e nere: lo ha ribadito Michele Bertucco, presidente di Legambiente Verona, e lo conferma Zanetti, pur non negando «la difficoltà per gli enti locali di affrontare interventi costosi e complessi, soprattutto per i centri storici».Zanetti ricorda anche l’investimento di 16 milioni, stanziati da Ags e GardaUno (ente gestore del collettore della sponda gardesana bresciana) per il potenziamento del depuratore consortile di Peschiera, al quale arrivano le due condotte sublacuali. «I lavori sono già stati appaltati e dovrebbero partire appena ultimata questa stagione estiva. L’intervento si concluderà nel 2008, quindi occorrerà tempo prima che l’impianto possa depurare tutto ciò che portano i due collettori. Nel frattempo resterà operativo il by-pass realizzato proprio per sopperire a questa insufficienza e che scarica direttamente nel Mincio».Zanetti torna sulla sua posizione: anche l’aumento della capacità idraulica del depuratore non potrà interagire con l’afflusso nel Garda di acque che raccolgono gli anticrittogamici e altre sostanze chimiche utilizzate nell’agricoltura.«So che nel lago Maggiore, dove si partiva da una situazione ben più drammatica, sono stati ottenuti buoni risultati. Come? Con provvedimenti mirati a ridurre l’uso di queste sostanze. Dunque si può fare qualcosa; ma anche in questo caso servono la volontà e gli investimenti, e non certo da parte delle sole realtà locali». «Sul Garda», sottolinea Zanetti, «le concentrazioni di queste sostanze e la produzione algale, continuamente monitorate, dimostrano di subire un peggioramento ma si tratta di un processo lento e la situazione non è così allarmante. Una ragione in più per ragionare su cosa fare in concreto per invertire la tendenza».Un invito all’operatività che è lo stesso del sindaco di Peschiera, Umberto Chincarini, il quale nei primi anni del suo mandato ha dovuto fronteggiare emergenze causate da maree di alghe che invadevano le rive e i porti. «Penso che l’allarmismo di questi giorni sia eccessivo e più pericoloso per la nostra economia turistica che per i bagnanti. Ci sono meno sversamenti, dal depuratore non escono più cattivi odori e l’acqua del lago non è mai stata così pulita. L’Arpav fa il suo ruolo e legge i dati ma il vero problema, se c’è un problema, è trovare una soluzione evitando che, come la solito, i Comuni siano lasciati soli. Un’altra occasione per rimpiangere un’autorità di bacino del Garda autonoma», conclude Chincarini annunciando l’incontro tecnico, fissato prima dell’allarme alghe, al depuratore consortile di Peschiera per il prossimo 25 luglio.

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