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L’inquinamento elettromagnetico dell’ambiente nei centri abitati sta crescendo a dismisura.

Allarme per l’inquinamento elettromagnetico

L’inquinamento elettromagnetico dell’ambiente nei centri abitati sta crescendo a dismisura. Benché non siano ancora scientificamente provati gli effetti nocivi sulla salute umana dei campi elettromagnetici, «è altamente probabile», come sostiene il rapporto pubblicato ancora nel ’95 dell’Istituto Superiore della Sanità, «che essi possano indurre tumori, leucemia infantile in particolare». C’è di fatto l’intuizione che si tratta di un inquinamento e proprio perché gli effetti non sono chiaramente visibili è necessario, si sostiene da più parti, attuare una sorta di prevenzione con norme che dispongano criteri nella localizzazione degli impianti, nel regime autorizzativo delle opere e soprattutto nel regime dei controlli. Lazise e Bardolino, accogliendo le istanze della popolazione, sono stati i primi Comuni della riviera veronese del Garda ad adottare una variante al piano regolatore generale e un regolamento edilizio per l’installazione di infrastrutture di telecomunicazione e di emanazione di radiazioni elettromagnetiche non ionizzanti in genere. Un regolamento che punta a disciplinare l’esecuzione di interventi di trasformazione urbanistica, edilizia e paesaggistico ambientale del territorio diretti alla installazione delle infrastrutture di telecomunicazioni e di emanazione di radiazioni elettromagnetiche non ionizzanti in genere e dei relativi impianti, comprendenti quelli di telefonia cellulare. Un’integrazione al regolamento edilizio che si ferma soltanto all’aspetto urbanistico-edilizio e non affronta quello igienico-sanitario in quanto su questo fronte i ricorsi presentati dalle compagnie della telecomunicazione sono stati, vedi il caso del Comune di Venezia, accolti dal tribunale amministrativo. Regolamento sia quello di Lazise come di Bardolino che pongono precisi limiti e divieti nell’installazione di infrastrutture e impianti di telecomunicazioni che devono trovare collocazione a distanza non inferiore, secondo misurazione orizzontale, di metri 150 da edifici destinati a residenza ad attività lavorativa o comunque a presenza stabile di persone, da superficie destinata a parco pubblico, campogiochi o impianto sportivo, nonché dalle zone territoriali omogenee A-B-C individuate dal piano regolatore. Distanza che deve essere osservata anche per quanto riguarda immobili destinati a usi collettivi o sociali quali, a uso esplicativo, scuole di ogni genere e grado, chiese, alberghi, ambulatori e studi medici, case di cura e riposo. Regolamento che entrambi i Comuni applicano anche alle istanze già presentate e non ancora definite con il caso di Lazise, i cui impianti radiobase esistenti nel territorio dovranno essere adeguati al regolamento, nel caso in cui gli stessi siano oggetti di ristrutturazione o ampliamento.

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