giovedì, Aprile 25, 2024
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Un esperto del settore avverte: «Infrastrutture carenti, il resto del mondo corre ma noi non teniamo il passo».
Monese: «Tanta concorrenza e gusti mutati. Bisogna reagire con qualità»

Allarme sul futuro del turismo

Domanda retorica, o forse no. «Perchè un turista dovrebbe scegliere il lago di Garda per una vacanza?», si chiede Luigi Monese, 73 anni, operatore turistico da 52 anni e titolare di un’agenzia di viaggi. È segretario della Corporazione Antichi Originari di Garda, è stato per 20 anni consigliere regionale della Federazione italiana agenzie viaggi e per 4 consigliere di quella nazionale, vice presidente provinciale dell’Aido e vice presidente vicario per 18 anni dell’Azienda di Soggiorno di Garda. Un tecnico del settore, che vede un orizzonte con molte nuvole. «Oggi c’è un’offerta concorrenziale spietata in tutto il mondo», ammonisce, «che rischia di compromettere il futuro economico del nostro territorio se non si proporrà qualcosa di nuovo».Incalza: «Solo il lunedì, dall’aeroporto di Villafranca, partono 13 voli charter per la Tunisia e se un tempo per attirare qui bastavano sole e lago, ora il turista vuole molto di più. Chiede l’abbinamento all’entroterra, considerato ambiente più protetto, vuole la trattoria tipica e la scoperta delle tradizioni del territorio». «Quindi – conclude – è l’ambiente il nostro primo prodotto di qualità; ma negli ultimi decenni ci siamo mangiati gran parte del nostro patrimonio e non si sono fatti investimenti adeguati sulle infrastrutture».Ambiente e servizi di qualità, dunque, per Monese, le «chiavi» del turismo. «In questi 30 anni molto è cambiato: si sono costruite solo seconde case e saccheggiato il territorio, che non offre più quel paesaggio che caratterizzava il lago.Gli appartamenti in affitto non li vuole quasi più nessuno, se fino agli anni Ottanta – Novanta era la forma più richiesta ed economica per le vacanze delle familie, da 15-20 anni l’appartamento è sempre più in calo. Colpa dello scarso ammodernamento delle case e della riduzione dei componenti del nucleo familiare».E qui appare la «sociologia del turismo». «Se prima erano 4 – 5 i componenti delle famiglie – avverte Monese – ora sono 2 o 3. L’alto numero di divorzi ha portato alle vacanze separate, tanto che molti tour operator prevedono il pacchetto “genitore singolo con bambino”. E se una volta la vacanza era unica, 2-3 settimane, adesso è mediamente di una settimana, più volte l’anno in diversi Paesi. Per trovare solo sole e acqua, ci sono offerte da tutto il mondo, grazie a Internet e ai voli low cost. Noi cosa facciamo quindi per combattere la concorrenza?», chiede. Parla come un agente viaggi, che in 50 anni ha girato il mondo e sa bene cosa offra la concorrenza. «Noi invece di costruire infrastrutture, continiamo a edificare appartamenti da 45 metri a 250-300 mila euro. Il turista una volta veniva e rimaneva all’interno di campeggi, o residence e alberghi, ora invece vuole girare e muoversi, conoscere l’ambiente, ma come fa se rimane imbottigliato per ore sulle strade e non trova parcheggi di accesso?».Già, le infrastrutture. «Quando un turista esce ai caselli di Peschiera o di Affi, la prima cosa che trova è il collasso viabilistico, con strade strette e indicazioni carenti».Monese conclude con un auspicio di nuova offerta turistica: «Ciò che il turista chiede oggi è tranquillità, mangiar bene e buoni servizi. Se da una parte l’enogastronomia è sensibilmente migliorata, ambiente e infrastrutture hanno subito una regressione: siamo rimasti fermi, mentre il mondo è andato avanti a passi da gigante e così rischiamo di regredire economicamente, schiacciati dalla concorrenza». Un nuovo turismo quindi, poichè se quello di ieri ha fagocitato il territorio, quello futuro dovrebbe puntare alla sua ricostruzione. Pena la perdita di «materia prima».

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