venerdì, Marzo 29, 2024
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L’essere stata per anni zona militare l’ha preservata dal punto di vista naturale : «È un paradiso, non va violato», dice Tosoni. L’associazione teme l’avvio di speculazioni edilizie

Allarme Wwf per l’oasi del Mamaor

«Salviamo il Monte Mamaor». È l’appello che il Wwf di Villafranca lancia alle forze politiche, a livello locale, provinciale e regionale (al sindaco Albino Pezzini e agli assessori regionali Giancarlo Conta, Stefano Valdegamberi e Renzo Marangon) per tutelare quest’area di particolare pregio ambientale che si trova nella frazione di Santa Lucia, al confine con Sommacampagna e Villafranca e che lo Stato potrebbe mettere in vendita.«È un vero paradiso naturale», sostiene Riccardo Tosoni, responsabile del Wwf, «con diversi ettari di prato e di bosco, ricchi di fauna e varietà floreali, anche rare. È una zona sconosciuta ai più, perché è zona militare e quindi è vietato l’accesso, ed è inserita in un territorio molto abitato e non lontano dalla città. Finora quindi il paesaggio è rimasto inalterato, permettendo anche alle specie animali e vegetali di sopravvivere nel loro ambiente naturale, ma ora che i militari se ne sono andati l’area non è più tutelata e bisogna studiarne un riutilizzo adeguato». Il ministero della Difesa, in seguito a un’interrogazione presentata nel 1999 dalla parlamentare veronese Tiziana Valpiana, aveva comunicato che dal 1998 era stata decretata la soppressione del deposito di munizioni ed esplosivi di Monte Mamaor, ma i militari erano poi rimasti a presidiarlo per altri anni. Ora sono forti le preoccupazioni degli ambientalisti sia a breve che a medio termine. «In questo momento temiamo che l’area sia violata», continua Tosoni, «e questo potrebbe portare a un veloce degrado: ciò è evidente perché ci sono già dei buchi nella rete di recinzione e ci hanno segnalato la presenza di cacciatori all’interno, ma non osiamo pensare a cosa succederebbe se quest’area venisse messa in vendita: c’è il rischio di veder spuntare case dappertutto». Che l’immobile possa essere messo sul mercato lo ha fatto capire chiaramente il primo cittadino di Valeggio, Albino Pezzini, rispondendo nel maggio dell’anno scorso al consigliere di minoranza Stefano Bertoli che gli chiedeva informazioni precise sulla dismissione di zone demaniali, che coprono un’area consistente di diverse decine di ettari con le sole zone militari di Monte Bianco, Monte Mamaor e Monte Vento.«Siamo a conoscenza che Monte Vento e Monte Mamaor», dichiarava Pezzini, «sono stati smilitarizzati perché è venuto meno il pagamento degli oneri ai proprietari dei terreni compresi nell’area demaniale. Gli enti militari del demanio che vengono dismessi, vengono cartolarizzati e consegnati a un’agenzia dello Stato per la vendita». «Come amministrazione», continua Pezzini, «siamo intenzionati a intervenire, magari anche interessando dei privati, per acquisire l’area, evitando che vengano messe in atto speculazioni su terreni così belli come Monte Mamaor e Monte Vento». Pezzini ha appurato che non esiste più un diritto di prelazione a favore dei Comuni e che quindi lo Stato venderebbe al maggior offerente, ma la zona attualmente è agricola. Per evitare lo snaturamento del luogo il Wwf chiede vincoli urbanistici precisi e lancia una proposta. «Realizzando una fattoria didattica e un’oasi protetta», spiega Tosoni, «quest’area diventerebbe la meta di tanti amanti della natura, dagli appassionati di mountain bike a quelli delle osservazioni naturalistiche. L’evoluzione dell’ecosistema in zone militari come questa è più naturale che altrove e quindi assume un valore eccezionale rispetto alla fascia collinare del Garda e vi si trovano specie floreali tipicamente alpine vicino ad altre di tipo mediterraneo». Nel documento il Wwf ne elenca alcune come la Campanula baldensis o la rara orchidea Epipactis palustris. Ma chi salisse sul colle più alto, che raggiunge quota 192 metri e dà il nome al luogo (Mons major o Monte maggiore), resterebbe colpito da una suggestiva visione a sud della pianura padana e a nord della cerchia delle Alpi.

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