giovedì, Aprile 25, 2024
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Terzo soggiorno estivo, ricavati una tribuna di 700 posti e un campo vicino al Comunale. La squadra miracolo rifiuta offerte trentine e torna al ritiro fortunato

Alpi dribblate, il Chievo sul Baldo

Non fa due senza tre. Il Chievo Verona sceglie ancora una volta la montagna veronese, e San Zeno in particolare, come sede del ritiro estivo. Dall’11 luglio fino al 4 agosto il sodalizio gialloblù sarà di casa al Park Hotel Jolanda, splendida e attrezzata struttura vista lago di Luciano Chincherini. Cinque campi da tennis, piscina coperta e quant’altro per gli ospiti più acclamati e venerati nell’ultima stagione agonistica del campionato di serie A. Chievo che nonostante le «sirene» trentine e di altre località turistiche sulla carta ben più importanti del piccolo centro del Baldo ha rinnovato il proprio atto d’amore verso la gente e il paese veronese. Una scelta in linea con il credo di una società attenta al particolare, ai rapporti umani e alla riconoscenza in un mondo pallonaro dove il dio denaro è il principe assoluto. Già perché questa volta, dopo le due splendide esperienze del passato coincise con una promozione dalla serie cadetta alla A e l’accesso alla Coppa Uefa, non è stato facile scegliere di nuovo San Zeno e rinunciare a cuor leggero alle vantaggiose offerte economiche provenienti da zone turistiche rinomate. D’altronde il Chievo è la squadra del momento, i suoi tifosi sono spuntati come funghi in tutta Italia, e la presenza di giocatori e tecnici rappresenta un volano turistico non indifferente. La riprova la crescita esponenziale di ospiti in quel di San Zeno e la notorietà di colpo assunta da questo lembo di terra veronese, un vero paradiso a pochi chilometri da Verona e dal lago di Garda. «Hic manebimus optime» (Qui rimarremo ottimamente) ha sentenziato senza spocchia ma rispolverando una dotta citazione latina di Tito Livio il segretario della formazione delle Diga Giancarlo Fiumi. Al suo fianco, oltre a Enzo Zanin e l’addetto stampa Marco Pacione, l’avvocato e consigliere gialloblù Marco Bisagno. Proprio al professionista forense va il merito di aver cucito tre anni fa, attorno ad una tavola imbandita alla casa degli Spiriti, il legame tra Chievo e San Zeno. Un binomio diventato vincente per la gioia del primo cittadino Cipriano Castellani. «Questa volta non è stato facile superare la concorrenza di altre località molto più blasonate della nostra ma soprattutto in grado di offrire al Chievo una contropartita economica di maggiore peso. Se siamo riusciti a confermarci è merito di tutta una serie di relazioni interpersonali ma anche, va detto, di mere considerazione, legate a riti e superstizioni. A San Zeno sono legati gli incredibile risultati ottenuti in due stagioni dai ragazzi di Del Neri». Paese del Baldo che non è rimasto alla finestra e si è preparato nel migliore dei modi al ritorno del Chievo. «Abbiamo dotato il centro sportivo di una tribuna da 700 posti e a fianco del comunale è stato ricavato un secondo campo», spiega Castellani. «È stato sistemato il sentiero della pineta e per i tifosi che saliranno a San Zeno stiamo predisponendo delle aree per parcheggiare le auto. Il tutto per un impegno finanziario superiore ai cento milioni di vecchie lire. Soldi che in parte ritornereanno grazie ai contributi della Provincia (10mila euro) e della Regione (25mila euro)».

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