Situazione in chiaroscuro
Alto Garda: più inglesi e meno tedeschi
Presenze turistiche in calo sulla riviera altogardesana. Tra gli operatori si lamenta in particolare l’assenza dei tedeschi, da sempre i primi e affezionati clienti di queste zone, che hanno cominciato a guardare con maggior attenzione ai mercati emergenti (dalla Turchia alla Grecia, dal Marocco alla Tunisia). «Non parlerei di vera e propria crisi del turismo — spiega Marco Girardi, direttore della Riviera dei Limoni, il consorzio che rappresenta oltre 200 strutture tra alberghi, residence e campeggi dislocati tra Salò e Limone -. I tedeschi, ad esempio, continuano a viaggiare e ad andare in vacanza. Il fatto, piuttosto, è che il mondo è diventato piccolo e i nuovi mercati propongono soggiorni in strutture moderne ed attrezzate a prezzi concorrenziali, per non dire stracciati. Non siamo più competitivi». Rispetto allo scorso anno le presenze germaniche registrano un calo del 10%. Negli ultimi tre anni il calo è ormai quantificabile attorno al 25%. Un’enormità. A salvare parzialmente la stagione ci sono gli arrivi da nuovi Paesi, a cominciare dagli inglesi, che ormai rappresentano almeno il 30% della clientela turistica altogardesana. «Le presenze inglesi — spiega Girardi — stanno crescendo di un buon 5% annuo. I britannici sono generalmente turisti di mezza età che cercano tranquillità e paesaggi gradevoli: sull’Alto Garda hanno trovato il loro habitat naturale. Buona anche la presenza degli olandesi, cresciuti del 10%, e degli italiani». A metà luglio, insomma, il primo bilancio della stagione presenta luci ed ombre. Forse più ombre che luci, ma non è il caso di parlare di tracollo. «Non è certo una stagione esaltante — commenta Fabio Cauzzi, assessore al Turismo e albergatore a Toscolano Maderno — ma non siamo ancora alla disperazione. Mancano i tedeschi, ma si vedono parecchi italiani. I conti li faremo a fine estate». La crisi, innegabile, colpisce a macchia di leopardo. Il calo dei tedeschi è contenuto a Limone, a Tignale e a Tremosine, dove i prezzi sono più bassi. Il centro che sembra soffrire maggiormente è invece Gardone Riviera, la capostipite delle località turistiche gardesane, dove probabilmente i prezzi praticati andrebbero meglio rapportati alla qualità del servizio offerto e soprattutto alle attuali disponibilità economiche del mercato. «A fine stagione — conclude Girardi — credo che le presenze saranno leggermente inferiori rispetto allo scorso anno. Bisogna correre ai ripari: attualmente non abbiamo un prodotto in grado di far concorrenza ai nuovi mercati. I nostri alberghi, per lo più aggiornati o costruiti negli anni Settanta, hanno camere di 12–15 metri quadrati, rispetto ai 30 mq dei nuovi alberghi presenti nei mercati emergenti. Gli imprenditori turistici dovrebbero avere il coraggio di ridurre il numero delle camere, rendendole più grandi e accoglienti. Del resto sul Garda non dobbiamo puntare ai grandi numeri, come accade ad esempio sulla Riviera adriatica, ma ad un turismo di qualità».
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