venerdì, Aprile 19, 2024
HomeSpettacoliCinemaAngio Zane. Il mestiere del regista
A Salò, nel Museo audiovisivo gardesano.

Angio Zane. Il mestiere del regista

Sulla collina di Campoverde, a Salò, c’è un antico caseggiato rurale immerso tra gli olivi dove Angio Zane (1925-2010) ha dimorato e lavorato con la sua macchina da presa, per lunghi anni. Nel periodo del boom economico  italiano  gli spazi esterni della casa sono stati adattati a set cinematografico per i corti pubblicitari che tanta fortuna ebbero in TV, all’insegna di Carosello.

Il 28 settembre scorso, sotto l’egida dei Beni Culturali, si è celebrata la giornata europea del patrimonio: è stata l’occasione per rivedere questo luogo magico con le cose che custodisce. Abbiamo così rivisto le vecchie attrezzature del mestiere di Angio Zane, regista, e abbiamo ricordato persone e situazioni che, in verità, non sono mai scomparse dai nostri pensieri. Qui c’è una piccola fabbrica dei sogni, una sorta di  Cinema Paradiso in miniatura che documenta come si facevano i films, e come evolsero le tecniche di ripresa, dagli obiettivi meccanici alle videocamere elettroniche. Si può dire che a Salò si sia realizzata un’autentica bottega artigiana del film di celluloide, che l’azienda sia stata a prevalente conduzione familiare, che lo staff di produzione sia stato composto in prevalenza da amici, ottimi professionisti s’intende!

Angio Zane aveva vissuto fin da bambino accanto al nonno, Giuseppe Franzosi, fotografo, nella casa-bottega di Via Calsone, e qui aveva appreso la tecnica dell’inquadratura. Nel 1942, ancora studente, manifestò la sua passione con una serie di articoli di tecnica cinematografica che vennero pubblicati su “La voce cattolica” di Brescia. Ci aiuta a ricostruire la biografia di Angio il figlio Sandro, fedele custode e intelligente conservatore del ricco patrimonio culturale lasciato dal padre. Così, senza alcuna enfasi, ma con piglio semplice Sandro ci racconta del tempo di guerra, gli anni 1943-45, quando il papà scelse di unirsi con le Fiamme Verdi e ritirarsi sui monti della Valsabbia. Una scelta tutt’altro che semplice a Salò: essere “ribelle” proprio nella tana del lupo! Finita la guerra, dopo aver rinunciato a lavorare nell’azienda paterna, la Cedrinca, decise di darsi al cinema. Si occupò dell’intero ciclo produttivo del film, dalla sceneggiatura alla ripresa, al montaggio finale. Tra il 1952 e il 1963 ottenne una serie di incarichi dalla Società Idroelettrica Sarca Molveno per documentare la costruzione degli impianti di produzione di energia elettrica. Nel frattempo, prendendo spunto dal film Lassie e dalle Avventure di Rin Tin Tin, sperimentò il filone del film per ragazzi, nei quali trovò spazio come attore il giovanissimo figlio Alessandro. Gli avventurieri dell’uranio e Brigliadoro parteciperanno anche al Festival del cinema di Venezia, sezione ragazzi. Gli anni che vanno dal 1963 al 1972 vedono Angio Zane impegnato nel filone pubblicitario. Chi non ricorda la réclame di Negroni (salumi) per Carosello, con gli episodi dello sceriffo della Valle d’argento? Ma la presenza nella scena pubblicitaria va oltre Carosello. Nacque così Ondastudios, un posto adattissimo per girare spot d’ogni genere. A Salò affluirono allora attori importanti: Raimondo Vianello, Sandra Mondaini, Johnny Dorelli, Cesco Baseggio. Angio Zane seppe cogliere, nelle fasi cruciali, i diversi momenti per crescere e per sperimentare vie nuove, sia sotto il profilo tecnologico sia sotto l’aspetto del marketing. La sua filmografia è assai ampia. Non è possibile darne conto qui. Quel che è certo, è che nel Museo Archivio da lui fondato si può trovare un ricco archivio di immagini gardesane. Lo sport, la cultura, la storia recente, le tradizioni contadine e di montagna, la pesca, il turismo, la viabilità, sono temi nei quali Angio Zane si è cimentato con grande curiosità e con tocco leggero. Il suo museo non è per niente saccente o pedante: incuriosisce e sollecita a scoprire cose che hanno fatto parte della storia della comunicazione. Il cinema e i suoi linguaggi: questo è il tema centrale del Museo salodiano. Studenti di ogni tipo di scuola dovrebbero frequentarlo a frotte. Prima ancora dovrebbero conoscerlo gli insegnanti. C’è da sperarlo davvero.

Nelle immagini: l’uomo coi capelli bianchi è Sandro Zane, figlio del regista Angio, erede e continuatore del Museo Archivio Audiovisivi gardesani. Poi ci sono le attrezzature del regista: moviola, cineprese, fari… negli studi di posa. Una scena da film (fase di ripresa), il set di un filmato western, la vecchia diligenza…

(Pino Mongiello)

Articoli Correlati

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Dello stesso argomento

- Advertisment -

Ultime notizie

Ultimi Video