giovedì, Aprile 25, 2024
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Servizi indegni d'una comunità ordinata

Arco non è più «Felix»

“Arco felix” è un ottimo libro del prof. Grazioli sul passato di Arco, quando uomini coraggiosi, aperti, “veri amanti” della loro terra, avviarono la trasformazione del borgo nella residenza dell’Arciduca d’Austria e connesso codazzo di nobili e nobilastri, che costruirono ville, alberghi, attività commerciali. Non sono così ingenuo da credere che anche allora non vi fossero beghe, personalismi, bastiancontrari e so che tanta povera gente faticava a campare.Però prevaleva il buon senso e le persone che “ci sapevano fare” avevano credibilità, mentre ora assistiamo a sconclusionati consigli comunali, a diatribe per stabilie se ci sono “pezzenti” o per evidenziare sulla stampa situazioni indegne di una comunità ben ordinata e ben gidata.La Scuola musicale non ha una sede adeguata? Si dà la colpa a presunte macchinazioni ideologiche. La sede della Cri, angusto punto di riferimento, è stata privata del “cesso” e i poveri volontari dovranno andare a fare la “pipì” a Varignano o a prendere un caffè per utilizzae le toilettes dei bar? Il famoso e benemerito Coro Castel è, ormai da anni, precariamente “ospitato” negli scantinati del Casinò forse perchè chi vi governa non sa cantare? E poi ci sono le filodrammatiche, le associazioni culturali (vi ricordate, anziani, la notevole attività del circolo “La Palma” o l’associazione medica?), quelle giovanili e per finire il circolo anziani, costretto in locali inadeguati, non confortevoli e carenti di spazi per attività sociali, culturali o anche di pura socializzazione.Qualche anno fa ho denunciato la delibera (subito ritirata) con la quale si voleva ristrutturare con circa 300 milioni casa Berlanda che, a detta di moltissime persone, dovrà essere abbattuta per ampliare i giardini. Nel frattempo con scarsa sensibilità s è costruito un capannone che è un obbrobrio urbanistico, giustificabile come emergenza solo dopo un terremoto.Sindaco Ioppi, sindaco Morandini, sindaco Morandi, sindaco Mantovani: quante volte le associazioni dei pensionati hanno fatto le scale del Comune per chieder adeguati spazi per tutte (dicesi per tutte) le associazioni trovando porte chiuse (metaforicamente) o rinvii o percependo timori perchè dietro la soluzione proposta, e cioè di utilizzare il Quisisana, c’erano “poteri forti” che avevano grandi progetti imprenditoriali dimenticando quell’assioma che dice: «La civiltà di un popolo si misura da come tratta i giovani e gli anziani”. Non c’è un posto di aggregazione, perchè non si è stati capaci di trovarli, mentre si è riusciti a trovare ampi e spaziosi uffici per assessori e strutture comunali, perchè a casa Bresciani erano “stretti” (ma ricordo con quanta arroganza allora si dichiarava che tale sede era la più idonea).Leggo che l’assessore Morandi dovrà da vita ai “comitati di partecipazione”: spero che non dia vita a organi di grande impegno (sulla carta), ma di nessun potere. Non servono assicurazioni, perchè sarebbero ovvie, ma invece serve, tanto per incominciare, una sede ove ci siano delibere e si possano consultare atti: è così difficile?Ricordo un articolo sulla casa di riposo di Arco e sui sentimenti di disagio che ha suscitato nel visitatore. Quando il volontariato e la solidarietà viene penalizzata ignorandola, mentre si privilegiano iniziative che portano consenso (il tutto gratuito è sempre ben accetto anche da persone fornite di ampie disponibilità) è inutile essere tristi o piangere, ma bisogna chiedersi: “Che cosa ho fatto io per risolvere questi problemi?” Molti hanno l’animo in pace, perchè danno mille lire di elemosina a chi stende la mano, ma non danno un briciolo di solidarietà a chi vive e conosce i problemi degli anziani autosufficienti, dei non autosufficienti o dei disabili. E sono tanti, tanti che ci sarebbe da mettersi le mani nei capelli e non andasse in giro con sicumera arrogante con iniziative discutibili o ad approfittare di questo consiglio comunale tipo “basso impero”, nel quale non ci sarebbe da meravigliarsi se un Caligola qualsiasi facesse eleggere senatore il proprio cavallo (la frase certamente forte, deve essere considerata paradosasale, ma i paradossi che notiamo costantemente sono ormai troppi).E ora anche se non c’entra niente con quanto sopra. Spero non ci siano cerimonie ufficiali per inaugurare la circonvallazione: sarebbe come festeggiare la laurea di un figlio che dopo trent’anni “fuori corso”, raggiungesse l’ambito traguardo; apriamola in silenzio, questa strada, non perdiamo tempo e affrontiamo i problemi della comunità con più realismo.

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