venerdì, Aprile 19, 2024
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Monsignor Giovanni Ottaviani è il nuovo rettore di Spiazzi: arriva dalla segreteria vaticana e ha ricevuto la benedizione del Papa e del vescovo. Il santuario sarà aperto anche a soggiorni di preghiera e di studio

Aria di novità alla «Corona»

Fuori pioggia a dirotto, dentro una folla e tanta luce. Come quella che brilla negli occhi di monsignor Giovanni Ottaviani, a cui domenica il vescovo di Verona, padre Flavio Roberto Carraro, ha idealmente consegnato le chiavi del santuario della Madonna della Corona, nominandolo rettore di questo luogo di culto mariano che per 28 anni, dal 1977, è stato retto da don Giuseppe Cacciatori. Monsignor Ottaviani, che ha 47 anni ed è originario di Quinto di Valpantena, torna nella diocesi da lontano e dall’alto. Per dieci anni, fino al 31 dicembre 2004, è stato «officiale» alla Segreteria di Stato del Vaticano, presieduta dal cardinale Angelo Sodano. Abiterà nella canonica con il parroco di Spiazzi, don Luigi Vezzola, e tre religiose del Cenacolo della Carità della casa madre di Quinto e insieme stanno già pensando a tante cose. In quel luogo magico, aggrappato al Baldo e sospeso sulla Valdadige, vorrebbero dar vita a un centro di spiritualità, far pulsare un cuore di rinnovata religiosità dedicato sempre ai pellegrini, ma anche a chi desidera ritirarsi nel raccoglimento, nella preghiera e nello studio. Domenica, festa patronale dell’Addolorata, alla messa delle 10,30, attorniato da uno stuolo di fedeli, sacerdoti concelebranti, rappresentanti dei carabinieri e della Forestale, il nuovo rettore ha ricevuto la benedizione dal vescovo e, da Roma, gli auguri dallo stesso Papa Benedetto XVI che, tramite il cardinale Sodano, gli ha fatto pervenire un telegramma. Per accoglierlo non potevano mancare i tre sindaci dei comuni che idealmente si «contendono» quel piccolo gioiello, che si raggiunge da Brentino Belluno, che sovrasta Caprino ma che di fatto è in territorio di Ferrara. In prima fila, con il tricolore, c’erano infatti i rispettivi primi cittadini: Virgilio Asileppi, Stefano Sandri e Paolo Rossi. A quest’ultimo è andato «l’onore» di salire sull’altare e dare il benvenuto: «Le tre amministrazioni e la Comunità montana garantiranno la massima disponibilità e la più viva collaborazione», ha detto. «Vorrei dire tante cose, ma il tempo è poco», ha esordito monsignor Ottaviani. «Porgo il mio saluto e ringrazio il vescovo, i sacerdoti, le sorelle del Cenacolo della Carità, il caro don Luigi Vezzola, i pellegrini presenti di Schio, della parrocchia di Vestenanova e Raldon, il gruppo Fevoss arrivato quassù camminando tutta la notte, le forze dell’ordine e le autorità con cui auspico di collaborare per accogliere sempre più pellegrini e valorizzare la ricchezza di questo meraviglioso territorio». La sua missione è iniziata in un giorno casualmente particolare: «Celebriamo l’Addolorata», ha ricordato il vescovo, «e la nomina a rettore di monsignor Giovanni porta una data che difficilmente potrà dimenticare perché, proprio un anno fa, gli è mancata la mamma. Ma venendo qui risponde alla chiamata di Maria, la grande madre di tutti, che tanti fedeli richiama a sè. Anche per lui l’appello della Madonna è stato forte, più di quello esercitato dalla carriera a Roma». Mancava alla cerimonia don Giuseppe Cacciatori, che pure era stato invitato. «Lui», ha spiegato il vescovo, «che ha fatto tantissimo per questo santuario, ha preferito andare via in punta di piedi, come è arrivato. Era un asceta, una figura austera, ma ha trasformato questo luogo, ricostruendo la chiesa che ha reso tre volte più grande. Ha imparato quattro lingue per accogliere pellegrini inglese, tedeschi, francesi e spagnoli, e ha ravvivato l’interesse per questo santuario rendendolo facilmente raggiungibile grazie alle navette. Questa è stata la sua opera silenziosa, ora c’è monsignor Ottaviani che darà una spinta forte all’animazione spirituale». «Porto con me le tre religiose del Cenacolo della Carità», ha detto il nuovo rettore, «che vengono dalla casa madre di Quinto. Vorremmo creare una comunità di accoglienza, di ascolto e preghiera dove anche i giovani possano stare qualche giorno per un ritiro dedicato alla spiritualità. Questo luogo eremitico è ideale per il raccoglimento, per trascorrervi giornate di meditazione. Valorizzeremo anche la stagione invernale e dare a questi luoghi un centro di spiritualità che curi la devozione, lo studio e la riflessione sulla mariologia». Vivrà nella casa con loro e don Luigi: «Il complesso è grande, ideale per accogliere persone e piccoli gruppi». Giovanni Ottaviani, è stato ordinato sacerdote a Verona nel 1988 da monsignor Giuseppe Amari, è stato per sei anni al Santuario Madonna della Salute di Porto di Legnago. Nel 1994 il vescovo Attilio Nicora lo invitò ad andare alla segreteria di Stato del Vaticano. L’anno scorso è rientrato in diocesi, dove il vescovo gli ha proposto il rettorato della Madonna della Corona.

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