giovedì, Aprile 25, 2024
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Il Comune interviene per San Benedetto. Sul fondale si svolgono i corsi di archeologia subacquea

Belvedere, chiesto il vincolo per tutelare i tesori sepolti

Il Comune ha predisposto la richiesta, indirizzata alla Soprintendenza regionale, per l’istituzione di un vincolo per il sito archeologico situato sul fondale antistante la spiaggia Belvedere, nella frazione S. Benedetto. «Si tratta del sito che da dodici anni funge da campo pratica per i corsi di archeologia subacquea organizzati dall’associazione culturale Unio in collaborazione con il Comune di Peschiera e la Soprintendenza ai beni archeologici di Verona», spiega Francesco Giardina, ispettore onorario della Soprintendenza e tra i fondatori dell’Unio. «L’istituzione del vincolo», dice Giardina, «andrebbe a sottolineare il pregio e il valore dell’area archeologica e ambientale del Belvedere, una tra le più interessanti sul territorio arilicense. Ma Peschiera è ricchissima di siti e di storia di cui non è detto che tutti i suoi abitanti siano a conoscenza. Per questo abbiamo presentato al Comune la richiesta di finanziamento per posizionare alcuni cartelloni o totem lungo i canali della fortezza». Il primo di questi è già stato realizzato e temporaneamente «parcheggiato», in attesa di un clima più mite, in una delle sale della biblioteca. «Riguarda il ponte medievale Belgioioso», spiega Giardina, «costruito dagli scaligeri alla fine del XIV secolo sul tracciato di un precedente ponte romano del quale resterebbero alcuni pali datati dall’analisi radiometrica tra il 17 e il 29 a.C. E’ anche questo uno dei siti studiati durante i corsi di archeologia subacquea, importante al punto da essere stato scelto anche come argomento di tesi di laurea». Il Belgioioso era un ponte fortificato, difeso da un’imponente porta turrita, e la sua funzione era quella di garantire al presidio scaligero, in caso di attacco, la via di fuga verso Verona attraverso il Mincio. «Appena il tempo lo permetterà, il cartellone sarà posizionato nell’area in cui si trovano i resti di questo manufatto, tra l’isolotto ora chiamato del Mandracchio e i Voltoni; speriamo che la richiesta di finanziamento venga accolta», conclude Giardina, «e così potremo completare un minimo di cartellonistica su questa sorta di percorso acquatico, così ricco di storia, offerto dalla fortezza arilicense, in modo da permettere a tutti i suoi fruitori di conoscerla meglio».

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