venerdì, Aprile 19, 2024
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L’opera di Fossati fra le attrazioni della rassegna di Toscolano. La presentazione durante la Fiera del libro gardesano

«Benacum», la ristampa è un vero evento culturale

In occasione dell’inaugurazione della «Mostra del libro gardesano», che rimarrà aperta nella biblioteca di Toscolano Maderno fino al 31 ottobre, il professor Antonio Foglio ha presentato il libro di Donato Fossati «Benacum», ristampato dall’Ateneo di Salò e dal Comune, col contributo della cartiera e della Comunità montana parco. «Un volume introvabile – spiega il dottor Vittorio Pirlo nella prefazione -. La pubblicazione originale risale al 1941. Si tratta della storia di Toscolano, la leggendaria Benacum, una piccola borgata destinata, nel XV secolo, ad affermarsi in Europa per la lavorazione della carta e l’arte degli stampatori». «Un testo fondamentale per conoscere una delle realtà sociali ed economiche più vive della Riviera – aggiunge il sindaco Paolo Elena -. Il lavoro si è sviluppato sui terrazzi coltivati ad olivi, in montagna, sulla riva del fiume, prima nelle fabbriche di Covoli, Luseti, Caneto, Maina, Garde e nelle fucine delle Camerate, poi nelle tipografie di Messaga e Cecina. Qui si stamparono testi di Ovidio, Terenzio, Giovenale, Boezio, Dante, Petrarca, Bembo. Riproporre il libro, scritto da un illustre cittadino di Toscolano, è un’operazione culturale di particolare interesse. Ringrazio Domenico Fava, Antonio Foglio, Gianfranco Ligasacchi, Giuseppe Scarazzini e il Centro studi per il territorio benacense di avere pensato alla ristampa, e di essersi adoperati per realizzarla. Il dottor Pirlo ha dimostrato l’abituale cortese disponibilità, aderendo all’iniziativa». I Fossati, originari di Lucca, si trasferirono sul Garda nel XIV secolo. Un antenato della famiglia, Francesco de Fossato, nel 1490 ospitò Isabella d’Este ed Elisabetta Gonzaga, venute sul lago per un soggiorno. Donato, nato nel 1870, si trasferì a Villa di Salò dopo aver conseguito la laurea in legge. Liberale moderato, nel 1902 fu eletto consigliere comunale e, successivamente, assessore. Partecipò attivamente alla ricostruzione edilizia di Salò, dopo il terremoto del 30 ottobre 1901 (proprio in questi giorni si celebrano i cento anni dell’avvenimento). Nel 1906, in municipio, tenne il discorso ufficiale per l’inaugurazione del nuovo lungolago. Nel 1908 fu nominato presidente della Deputazione provinciale. Con l’avvento del fascismo subì «il più intransigente ostracismo», che lo costrinse a una «solitudine sdegnosa». In quegli anni si dedicò agli studi storici. Finita la guerra, nell’aprile ’45 il Comitato nazionale di liberazione lo nominò sindaco, carica alla quale venne confermato dopo le elezioni della primavera ’46. Qualche mese dopo si dimise, per ragioni di salute. Morì nell’estate ’49. «Nei 21 capitoli di Benacum – sottolinea Fava – si parla di geografia, geologia, clima, religione, economia, istruzione, beneficenza, uomini illustri, toponomastica. Al centro dell’attenzione ci sono anche il fiume, le frazioni, la Riviera, Venezia, le innovazioni nel campo dell’industria cartaria, la situazione dell’agricoltura, l’evoluzione dei commerci. Un’opera che rimane tuttora insuperata per la storia di Toscolano, così come “La pieve e il comune” di Guido Lonati, edito nel ’34, lo è per quella di Maderno. «Per la verità non sono mancati, dopo di allora, altri contributi interessanti, come “Sant’Andrea” di Gabriella Paterlino, “La valle delle cartiere” di Flavio Piardi, “Maderno e Toscolano” di Andrea De Rossi, “Cartai e stampatori” di Carlo Simoni, “Borghi, ville e contrade, il nome e il volto dei luoghi” di Foglio, Ligasacchi e Piercarlo Belotti. Ma Fossati, assieme ad altri studiosi gardesani come il Grattarolo, il Bettoni e il Solitro, resta il testimone di un’epoca e di una realtà cui guardare con interesse». Nel corso della presentazione, svoltasi a Palazzo Benamati, Foglio ha citato una serie di curiosità, ricordando come il volume sia stato arricchito da un indice dettagliato. A proposito, Benacum deriva dal celtico Bennach, «cornuto», nel senso di «promontorio, dosso, rilievo». La linguistica moderna non ha più dubbi.

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