venerdì, Marzo 29, 2024
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Il capo della Protezione civile nazionale in visita sull’isola-polveriera al largo di Assenza.
Trimelone: «Ottima bonifica, pronti a sostenere le ultime fasi»

Bertolaso porta lodi e soldi

«Se serviranno altri soldi per completare la bonifica dagli ordigni bellici nelle acque dell’isola del Trimelone, certamente noi non ci tireremo indietro: stanzieremo quanto necessario». A prometterlo è il capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, in visita ieri pomeriggio in municipio e, subito dopo, sull’isolotto al largo di Assenza.In Comune, per circa un’ora, gli hanno illustrato la situazione il sindaco, Giacomo Simonelli, l’assessore ai lavori pubblici, Davide Benedetti, ufficiali della Marina e dei militari che stanno ripulendo l’area dalle bombe della prima e seconda guerra mondiale. Molte le autorità civili e militari presenti all’incontro che segna, di fatto, la fine delle operazioni di bonifica, almeno per il momento. Presenti erano: l’ammiraglio capo del Dipartimento Marittimo dell’Adriatico, il capitano dei Carabinieri della Compagnia di Caprino, il maresciallo della stazione di Malcesine, i militari dell’ottavo Genio Guastatori della Folgore di stanza a Legnago, del Primo Fod di Vittorio Veneto, la Protezione civile regionale, provinciale, gli assessori regionale e provinciale ai lavori pubblici, Massimo Giorgetti e Lucio Campedelli. A coordinare l’incontro, il prefetto vicario Elio Faillaci.«Sull’isola», ha illustrato Guido Bertolaso, «è stato fatto un lavoro eccellente. Con estrema professionalità tutte le forze in campo hanno interagito e collaborato. Il risultato è stato una bonifica delicata come poche ne ho viste da quando sono a capo della Protezione civile». «Il rammarico», ha aggiunto, «è che al lavoro svolto non sia stato ancora dato un risalto di livello nazionale, dato che la messa in sicurezza di questo luogo non era affatto scontata».Ma l’isola è ora del tutto bonificata? «Il sindaco», ha risposto Bertolaso, «con discrezione non ha fatto richieste dirette ma ho colto il messaggio. Il lavoro va completato e noi, visto che circa un milione e duecento mila euro finora sono stati spesi molto bene, siamo disponibili a dare quel che serve per finire. Intanto però sono stati messi in sicurezza il suolo e le acque per diversi metri di profondità, quindi il pericolo di esplosioni o incidenti è nettamente minore. È già un grande risultato».Restano però in vigore tutti i divieti, di attracco all’isola quanto di navigazione, balneazione, pesca e immersione. «È evidente», ha commentato Simonelli, «che restano i divieti. Abbiamo bonificato fino a 20 metri di profondità ma dobbiamo arrivare ad almeno 35».«Ora», ha aggiunto l’assessore Benedetti, «ci coordineremo con la Prefettura e stabiliremo il da farsi, certamente dopo la stagione turistica, a questo punto». Da una stima non ufficiale trapelata dal Comune a margine della riunione potrebbero essere necessari ancora sei mesi di lavoro che, in denaro, significano la necessità di altri quattro o cinquecentomila euro . «La Regione», ha assicurato l’assessore Massimo Giorgetti, «è disponibile a stanziare ancora soldi, per posizionare boe attorno all’isola, per il recupero delle “casematte”. Aspettiamo di vedere progetti e richieste del Comune e vedremo».Da gennaio a ieri, quando ufficialmente sono terminati i lavori e i soldi per proseguirli, i ritrovamenti di ordigni esplosivi sono stati ininterrotti. A capo della forze della Marina di Ancona che ha operato sull’isola, oltre ai militari di Legnago, è il capitano di fregata, Bruno Marconi. «Abbiamo recuperato», ha illustrato l’ufficiale, «circa 40 chili di tritolo, 59 mila bombe di vario tipo e 1200 di balistite (propellente esplosivo delle bombe, ndr.), ma là sotto c’è ancora molto materiale e ci vorrà tempo per una bonifica completa».Durante l’ispezione, i militari della Folgore hanno allestito un banco zeppo di bombe di varia tipologia e forgia. Inoltre, hanno fatto brillare alcune bombe incendiarie. «Anche il coordinamento e la solidarietà tra gli enti locali», ha concluso il primo cittadino, «è stato massima. Un grazie va anche ai sindaci di Caprino, Rivoli e Torri, che ci hanno messo a disposizione le loro cave per fare brillare gli ordigni. Vedremo il da farsi, ma le disponibilità del direttore Bertolaso e dell’assessore Giorgetti ci rendono fiduciosi».E se le bombe si trovano nelle acque lacustri dal 1954, una sorta di record nazionale, così è anche per la «permanenza» sul problema-Trimelone di un funzionario della Protezione Civile della Regione, il dottor Francesco Bianchini: «Nel 1985», ha spiegato il funzionario tra il commosso e il felice, «da quando cioè lavoro in questo settore, mi avevano rifilato questo malloppo di carte relativo all’isola del Trimelone come primo incarico. Dicendomi: “Tieni qua, tanto questa storia non la chiuderai mai”. Ora, dopo ben 22 anni, posso ritenermi soddisfatto del risultato». Resta ora da vedere quindi quando il Comune inoltrerà ufficialmente la richiesta di contributi.

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