venerdì, Marzo 29, 2024
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Abitanti e ristoratori della frazione posta a cavallo del Mincio rifiutano la proposta del Wind Tex club

Borghetto centro europeo della canoa?

Borghetto centro europeo della canoa? Borghetto pronto a offrire le proprie acque addirittura per le prove della coppa del mondo e, magari, per un mondiale in piena regola? Borghetto, gioiello delle genti, meraviglioso minuscolo e fragile mondo antico dove perfino uno starnuto può scombinare secolari equilibri, pronto a ospitare moltitudini al seguito dei canoisti, a trasformare un canale in campo da regata, a costringere il suo Mincio a salassi e flebotomie per alimentare acque artificiali, a ospitare chiassosi centri polisportivi e magari roulotte di supporto? Borghetto, Eden europeo della gastronomia, pronto a tollerare qualcosa che faccia più rumore di un risotto o di un branzino ai ferri? Finora pare che la proposta del Wind Tex Canoa Club Verona sia stata accolta, anche se con un «sì» generico e subordinato a certe garanzie ambientali, da alcuni amministratori, compreso il sindaco, e da alcuni ristoratori del capoluogo Valeggio che, com’è noto, sorge in posizione elevata rispetto a Borghetto e gode di un sito dove gli starnuti non producono danni all’ambiente che si regge su regole naturali, e fondamenta, ben più salde della valletta dell’Eden. Ben diversa è la risposta degli abitanti e dei ristoratori di Borghetto che ritengono improponibile un progetto che, direttamente o indirettamente, considerano esiziale per la quiete e l’armonia del loro borgo. Gabriele Bertaiola, titolare dell’Antica Locanda Mincio, guida la protesta dei ristoratori locali. «Borghetto – dice – è una frazione baciata da Dio fin dall’antichità. Se modifichiamo le portate d’acqua, già precarie per gli usi agricoli e nelle emergenze, se costruiamo ancora altre strutture artificiali, se a poco a poco i bambini delle colonie elioterapiche (l’andazzo è questo) saranno costretti a sloggiare, allora c’è qualcosa di sbagliato». «Anche dal punto di vista del tornaconto turistico ed economico, e io ne sono interessato direttamente» prosegue Bertaiola «l’iniziativa mi lascia perplesso: per qualche anno a Borghetto si svolsero delle importanti gare di canoa con negativi risultati economici e con disagio per gli abitanti del luogo. I parcheggi erano intasati sin dalle prime ore del mattino, il gran via vai delle persone addette all’assistenza dei gareggianti ostacolava le altre attività, moltissime persone circolavano in mutande per il borgo reggendo canoe e pagaie, gli autoparlanti a tutto volume non davano tregua e i parcheggi, alla fine delle manifestazioni, erano colmi di residui dei pranzi consumati al sacco». Bertaiola si lamenta inoltre «che molti abitanti del borgo vengano a conoscenza di certe manifestazioni solo a giochi fatti o quasi fatti». Un segnale al sindaco Fausto Sachetto che, entusiasta dell’idea di trasformare Borghetto nella «capitale europea» della canoa, avrebbe già chiesto al presidente del Wind Tex Canoa Club Verona, Ettore Ivaldi, di «preparare un progetto il più possibile esecutivo da portare in consiglio comunale» dicendosi disposto a sborsare anche dei soldi? Un no secco all’invasione dei canoisti viene da Luciano Fornari, pensionato della Montedison, che si professa perdutamente innamorato del Mincio e di Borghetto. «Ogni iniziativa» dice «deve essere contestualizzata, armonizzata con l’antico borgo. Il mio terrore è che Borghetto venga sirmionizzata, che non sia più un’oasi di pace. Con questo, non voglio dire che dobbiamo fermare il mondo, ma chiediamo rispetto per questa nostra piccola ma vitale realtà. Pregiudizialmente non sono contro il progetto, ma sostengo che il nostro borgo è troppo piccolo per accettare tutto ciò che di contorno le canoe porterebbero». Il presidente della Pro Loco Marileno Brentegani ha saputo del progetto leggendo il nostro giornale. «Sono rimasto sorpreso» dice «la Pro Loco non ne sapeva niente». E aggiunge: «Dovrei capire, dovrei conoscere la situazione prima di emettere giudizi, ma se l’iniziativa dovesse pregiudicare la tranquillità di Borghetto, direi di no. Credo comunque che per Borghetto occorra trovare obiettivi comuni. Noi, per esempio, abbiamo a cuore, il collegamento col centro storico di Valeggio, un itinerario che deve essere valorizzato». «Prima di tutto – dice la dott. Maria Chiara Cressoni, medico condotto di Valeggio – ci dovrebbero informare su che cosa vogliono realmente fare. Io sono nata a Borghetto, la conosco bene nella sua dimensione migliore che non è il pienone che si potrebbe verificare in occasione di certe manifestazioni. Certo, a Borghetto non possiano pretendere di esserci solo noi, ma la nostra frazione è un gioiello che deve essere rispettato, non snaturato. È un’opera d’arte che è nata così e che così deve restare. Quella di un centro stabile per le gare di canoa sarebbe un’avventura che cambierebbe la fisionomia di Borghetto e questo non lo posso accettare». Per la dott. Cressoni, più che a pensare a progetti dall’incerto sviluppo, si dovrebbe pensare alla conservazione di quello che c’è già e minaccia di crollare. Come il ponte Visconteo, ad esempio, le cui due torri principali sono già state restaurate ma che «continua a perdere pezzi per tutta la sua lunghezza». Come la vecchia stazione che versa in condizioni pietose. La salumeria-osteria (binomio niente affatto improbabile) adiacente all’Antica Locanda Mincio ha 130 anni. La titolare Maria José Darra non vuole sentir parlare di canoe. Niente canoe e niente concerti rock alle Colonie. «C’è già troppa confusione» dice. «I miei clienti vengono per gustarsi la quiete di questo luogo e quando c’è troppo caos se ne vanno. “Torneremo in un giorno più tranquillo” mi dicono».

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