venerdì, Marzo 29, 2024
HomeManifestazioniAvvenimentiBraccio di ferro politico sulle leggi della montagna
Viva la montagna! Il grido si amplifica in tutta la Lombardia, dal Pirellone le onde sonore si insinuano in Valsabbia e, rimbalzando fra i solchi di fiumi e torrenti, tornano a Milano.

Braccio di ferro politico sulle leggi della montagna

Viva la montagna! Il grido si amplifica in tutta la Lombardia, dal Pirellone le onde sonore si insinuano in Valsabbia e, rimbalzando fra i solchi di fiumi e torrenti, tornano a Milano. Ma l’eco, in questo caso, non riflette servile: dissente. «Si fa un gran parlare della montagna e dei suoi problemi di sempre – afferma Gianantonio Girelli, da un lustro presidente della Comunità Valsabbina -. Agevolazioni per tutti, attenzione alle peculiarità del territorio, miliardi a volontà… sport e turismo, famiglia ed imprese, viabilità, scuola… da qualche settimana i rappresentanti della Regione si adoperano a far credere che, nei prossimi anni, tutto ciò per cui stiamo combattendo da tempo possa essere risolto senza problemi». Ci siamo: partono le «bordate» della controffensiva politica. La voce del Pirellone viene smentita dagli uomini del centro-sinistra che non condividono i punti di vista degli avversari politici. Nei giorni scorsi, come da prassi preelettorale, gli uomini di Formigoni hanno moltiplicato gli incontri con l’elettorato del Polo. A Vestone, la settimana scorsa, è stato il turno di Giuseppe Romele, presidente del Comitato della montagna, che ha esposto a forzisti e simpatizzanti le ragioni della Regione e le prospettive. Forse che Girelli non è contento della Legge 10, decantata proprio in quell’occasione, capace secondo alcuni di dare una «smossa» alla cronica carenza di fondi registrata dalle valli alpine? «Proprio di quella mi preoccupo – spiega il presidente della Comunità montana, eletto in una coalizione di centrosinistra – e non tanto per la manciata di miliardi che raggiungeranno il territorio. La mia impressione è che al centralismo romano si stia sostituendo quello milanese, non posso che dissentire». Ci spieghi meglio. «Gli articoli 3, 4 e 49 di quella Legge, di fatto, legano le mani agli Enti che agiscono direttamente sul territorio – continua -. I progetti e gli interventi, che vengono deliberati dalle Comunità montane, devono ottenere il parere favorevole della Regione che li valuta in base alla sua programmazione. Corriamo il rischio di starcene qui a fare i “passacarte” per ciò che viene deciso a Milano. Come non bastasse è previsto che i fondi che la Regione ci trasferiva come entrate ordinarie (per la Valsabbia circa 700 milioni), verranno dirottati su progetti pilota. Se è così non sembra possibile far quadrare il bilancio, neppure per le spese di gestione ordinarie della Comunità». Girelli non si limita a controbattere sulle formazioni legislative: «Certi forzisti “sparano” sulla necessità di rappresentanza politica “montanara” negli organismi centrali, non condivido. Abbiamo bisogno di certezze: applicazione del principio di sussidiarietà che rispetti le autonomie locali, entrate sicure senza i marchingegni formali di chi vuol controllare da lontano». «Poi – conclude – andiamo pure a vedere chi nel passato, da “fuori”, ha rappresentato le nostre valli: sono gli stessi che ora gridano… al lupo».

Articoli Correlati

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Dello stesso argomento

- Advertisment -

Ultime notizie

Ultimi Video