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Dopo Limone, Gargnano e Toscolano Maderno, anche il Comune approva il progetto di legge per aprire le aree demaniali

Caccia del parco, Gardone dice sì

Dopo Limone, Gargnano e Toscolano Maderno, anche Gardone Riviera ha approvato il progetto di legge da presentare in Regione Lombardia per destinare alla caccia 12.875 ettari di parco. «La zona della riviera occidentale del lago e dell’entroterra – ha spiegato Mauro Carzeri, consigliere comunale – ha la più alta percentuale di territorio demaniale forestale (38 mila ettari), mentre la Provincia di Brescia ha la più elevata concentrazione di cacciatori. Va inoltre sottolineato come le aree che si intendono rendere utilizzabili ai fini faunistici e venatori facciano parte di una zona soggetta a notevoli vincoli ambientali, quali il Parco Alto Garda, istituito con legge del settembre ’89». Vediamo le superfici da sbloccare: 1624 ettari sui monti Zingla e Pizzocolo, compresi nei comuni di Toscolano Maderno e Vobarno. In Valvestino, 2115 ettari nella fascia centro-occidentale, 1184 in quella nord, 1997 a oriente. La val Tignalga, nel comune di Tignale, per 805 ettari. A Tremosine: la valle Negrini (2564 ettari), il Corno della Marogna 8993) e la Corna Vecchia (393). Oltre a 1200 ettari «di forma irregolare e frastagliata». Del tutto escluse, invece, le aree ricadenti nel Parco naturale, così classificato nell’ottobre ’97. «Sono quasi un migliaio i cacciatori interessati all’esercizio venatorio nelle aree demaniali qui considerate, oggi costretti a svolgere la loro attività in territori limitrofi, piuttosto concentrati. Nascono così tensioni che potrebbero essere facilmente stemperate con l’approvazione di questa legge – prosegue Carzeri -. Lo strumento normativo offerto dallo statuto della Regione Lombardia, inerente i progetti di iniziativa popolare, sembra essere il percorso ideale per raggiungere l’obiettivo. Tanto più che i nostri comuni hanno percentuali di territorio protetto ben superiore ai limiti del 20% imposti dalla programmazione venatoria. «Precedenti normativi analoghi ci vengono offerti dalla Toscana che, dal ’94-95, ha consentito la caccia nelle aree demaniali, legittimata da una successiva sentenza della Corte Costituzionale. Una qualificata base di partenza è poi rappresentata dal parere espresso dall’Istituto nazionale per la fauna selvatica che, nel ’97, ha ritenuto idonea e corretta la perimetrazione a suo tempo concordata con le istituzioni e componenti sociali». «Il progetto di legge – ha detto il sindaco Alessandro Bazzani – si compone di due soli articoli. Il patrimonio agro silvo pastorale, sottolinea il primo, è utilizzato per scopi faunistici e venatori. E il secondo: il Consiglio regionale può variare l’attuale delimitazione. C’è poi, allegata, la cartografia, con la planimetria delle aree». Nessuna discussione, a Gardone Riviera. Il provvedimento è passato all’unanimità. Unica astenuta Laura Volpato.

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