Caldo torrido: al Parco Natura Viva tosati gli Alpaca. Rimasto solo il ciuffo!

08/08/2017 in Attualità
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Di Redazione

Dieci chili in meno e cam­bio look per i cinque alpaca che vivono al di Bus­solen­go: le alte tem­per­a­ture dei giorni scor­si han­no impos­to una tosatu­ra stra­or­di­nar­ia dei carat­ter­is­ti­ci came­li­di sudamer­i­cani, ai quali ora è rimas­to solo un gran ciuf­fo lanoso che copre i loro occhi. Forme def­i­nite e un “restyling” notev­ole rispet­to alla loro immag­ine tipi­ca­mente inver­nale, quan­do il folto e spes­so vel­lo ric­ci­o­lu­to è nec­es­sario a pro­tegger­li dal cli­ma fred­do: alleg­ger­i­ti di un paio di chili di lana ognuno, al mas­chio e alle quat­tro fem­mine è rimas­to solo qualche cen­timetro di man­to nec­es­sario a pro­tegger­si dall’escursione not­tur­na.

A con­durre le oper­azioni di tosatu­ra il mag­gior esper­to all­e­va­tore di alpaca d’Italia che, gra­zie alla prover­biale pacatez­za degli esem­plari di ques­ta specie, ha imp­ie­ga­to cir­ca un’ora ognuno. Miti e non pro­prio estro­ver­si, dopo la tosatu­ra i cinque sono tor­nati nel pro­prio repar­to con un aspet­to meno gof­fo e più sim­pati­co di pri­ma, incon­sapevoli di portare sul dor­so quel­la che gli Inca chia­ma­vano la “fibra d’oro”: più fine e durev­ole del cachemere, la lana di alpaca è un tes­su­to di alto pre­gio, leg­gera e anal­ler­gi­ca, uti­liz­za­ta per real­iz­zare molti prodot­ti. Ma ha un val­ore in più per la con­ser­vazione delle specie a ris­chio estinzione: l’alpaca è una specie domes­ti­ca e all­e­var­la, sig­nifi­ca ridurre la pres­sione su altre specie sel­vatiche che indos­sano vel­li prezio­sis­si­mi, come il gua­na­co e la vigogna.

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