venerdì, Aprile 19, 2024
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Una voce che ha fatto fremere l’anima del mondo

CALLAS Il discorso non si è spento

CALLAS Il discorso non si è spento. C’è ancora qualcuno, tra i puristi del belcanto, che distingue. E nella distinzione limano i meriti di Maria Callas sottolineando le imperfezioni di alcune tonalità, lo stridìo di qualche passaggio. Sì, dicono in buona sostanza, fu una grande cantante, un soprano di singolare elevatura ma in quel tempo non fu la sola e forse altre la superarono. Costoro sono i calvinisti del melodramma. Quelli che scolasticamente vivono la scena senza essere toccati nei sentimenti. Una sorta di chierici freddi, tetragoni all’insulto delle emozioni, turibolanti alla ragione aritmetica ma insensibili agli scotimenti delle passioni. Maria Callas fu una grande presenza perché fu una grande personalità dotata di eccezionale forza interpretativa e di una straordinaria capacità vocale. La sua storia non si può misurare con il metro di tutti i giorni perché non tutti i giorni nascono al mondo delle Maria Callas. La sua vita è stata la fabbrica della sua arte. Conobbe la povertà e la goffaggine fisica. Forgiò la propria volontà sull’incudine del bisogno e del riscatto. Sognò l’amore a tal punto che credette di vederlo nelle fattezze e nelle disponibilità di Meneghini. Poi ebbe ricchezze e trionfi. Toccò i piaceri della celebrità. E credette in nuovi amori. Bugiardi. Si ridestò sola, nell’età in cui ogni donna ed ogni uomo cercano una mano amica, una parola vera. Sola. Senza più platee osannanti. Senza più corteggiatori compiacenti. Senza più impresari ossequiosi. Senza più quella voce che era stata la forza del suo riscatto. Quella voce che sapeva muovere le emozioni più forti, che aveva fatto fremere l’anima del mondo. A quel punto Maria Callas incominciò a morire. E venticinque anni fa, nella sua grande casa di avenue George Mandel a Parigi, si spense. Come morì? Fu un improvviso malessere? O lei stessa determinò la fine? Allora non si seppe. Oggi sarebbe inutile cercare risposte. Morì come muoiono i personaggi del mito: circonfusi dal mistero perchè soltanto così possono sopravvivere alla propria scomparsa. Il suo corpo fu poi bruciato e le ceneri disperse nelle acque del mare Egeo. Greca, volle tornare così a casa. Il resto di lei è racchiuso nelle incisioni e nelle registrazioni delle opere interpretate nel volgere di una trentina d’anni. Rimane soltanto questo di quanto fu Maria Callas. Ma ciò basta. Quella voce testimonia della grandezza e della passione di una donna che dalla vita ebbe molto ma forse non ricevette ciò che maggiormente desiderava. Lei, che aveva saputo cantare con tanta intensità gli amori più profondi, non conobbe se non le esteriorità dell’amore. Credette in ciò che non era. Apparenza ma non verità. Forse l’ingenuità provocò la crisi. E lei non resse alla delusione che mandava la sua vita in bancarotta. Non capì allora che la verità dei suoi sentimenti poteva vincere tutte le falsità del mondo, che la sua forza aveva ancora qualcosa da esprimere. Non capì. E si lasciò andare. Morì così la più grande interprete del nostro melodramma, protagonista ella pure di una vita degna di essere tradotta in canto e in musica. Oggi Franco Zeffirelli ce ne ha voluto raccontare una parte con il suo film. Una parte trasfigurata dal dolore e dalla fantasia, dalla nostalgia e dalla speranza. Ma basterà un film per riscattare un sentimento? Venticinque anni fa, nel suo appartamento di Parigi, moriva Maria Callas, il soprano che ha segnato la storia del melodramma del Novecento. Sulla vita di questo straordinario personaggio Franco Zeffirelli ha realizzato il film Callas forever che stasera sarà presentato in prima visione a Parigi A VERONA FIRMA AUTOGRAFI ALLA SCALA CON LUCHINO VISCONTI CON MARIO DEL MONACO: DUE LEONI Signora, qual è l’aspetto del carattere di Maria Callas che ha amato di più? « La sua fragilità – risponde Fanny Ardant in questi giorni impegnata al Theatre Eduard VII di Parigi con un altro mito, l’attrice Sarah Bernard di cui veste i panni in «Sarah» di John Murrel – e la sua sensibilità ma anche la sua capacità di trasformarsi in una tigre quando si trattava di difendere la propria idea di arte. Le hanno attribuito un brutto carattere. Ma per quanto ho potuto studiare di lei, ritengo che Maria Callas non avesse un brutto carattere. Aveva semplicemente un carattere ». Quando scomparve, Maria Callas aveva soltanto 54 anni. Franco Zeffirelli nel suo film « Callas forever », che stasera sarà presentato in prima visione mondiale a Parigi, racconta gli ultimi anni della sua vita in un intreccio di verità e di fantasia. Lei del film è la protagonista. Quando pensa di aver intercettato la chiave interpretativa del personaggio? « Mai. Ho sempre pensato di non poterla tradire cercando di avvicinarmi il più possibile alla sua anima. Consapevole, per altro, che sarei comunque andata incontro a critiche certe perché quando si affronta un personaggio del genere capita sempre così. Ma sono stata abbastanza tranquilla. Mi sono affidata a Franco Zeffirelli. Mi sono sentita amata e mi sono lasciata andare. Lui l’aveva conosciuta bene e questo mi rassicurava: sapevo che se avessi sbagliato, lui mi avrebbe subito corretta ». Tecnicamente, signora, come si è preparata ad interpretare il ruolo di Maria Callas? « Lavorando sul fiato, cercando di imitare il suo grande respiro. Che è un po’ come arrivare al suo cuore perché il respiro è la vita. Ma anche studiando a lungo certe sue immagini, soprattutto quelle rubate, non ufficiali . Quando, poi, ho letto il copione ho capito che al di là del personag gio Maria Callas, c’era una donna straordinaria. E questo è il cibo di cui si nutre un attore ». E poi? « Poi quando il film è finito mi sono sentita molto triste . Vi avevo riversato dentro tanta passione, tanta energia, tanta adrenalina. Mi ha lasciato svuotata. La fine di un film è sempre un momento doloroso ma “Callas forever” lo è stato ancora di più: ho sentito il bisogno di non fare più niente per un bel po ’». E adesso? « Adesso staremo a vedere come questo film sarà accolto. Non sottovaluto le polemiche che scatenerà. Certamente ci sarà qualche ayatollah della Callas che vorrà distruggerci. Ma non m’importa. Credo di essermi avvicinata il più possibile a quella vita, a quella donna straordinaria. Di più non potevo fare ».

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