venerdì, Marzo 29, 2024
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Il canile intercomunale di S.Pietro. Avviato per iniziativa degli ex sindaci Anelli e Arduino (Sirmione) in collaborazione con Montichiari, accoglie circa 120 animali

Cani di tutte le razze in attesa di padrone

«Rose» è solo l’ultima arrivata. L’hanno notata alcuni automobilisti legata al guard-rail nei paraggi del casello di Desenzano, impaurita e infreddolita. Sul suo corpo molte cicatrici di ferite probabilmente subite nei combattimenti organizzati dal racket delle scommesse clandestine. «Rose» non è un cane qualunque, è una femmina di pit bull, cioè quella razza tanto odiata e temuta che ovunque vorrebbero venisse eliminata. Una cane che è finito nel libro nero come capitò al lupo nel Medioevo, riabilitato (ma non del tutto) solo qualche decennio fa. «Rose» saltellava ieri mattina gioiosa e felice come un gattone nel suo box del canile intercomunale di Desenzano. «Chi riduce questi splendidi cani in belve feroci sono certi padroni, e Rose porta i segni di tanta ferocia», dice Armando Belli, presidente della cooperativa «Compagni di strada» incaricata della gestione del grande canile gardesano. Annuisce Gino Giustacchini, ex postino di Sirmione, custode della struttura, dopo essere stato lui a gestire privatamente e con la solidarietà di chi ama davvero gli animali, un canile ai piedi della Torre di San Martino. Da quel canile messo in piedi con tanta passione ha poi portato in dote al moderno centro di San Pietro quasi una sessantina di cani. «Rose» ora sta bene, si è ripresa riuscendo, forse, a rimuovere dalla sua mente i ricordi dei feroci combattimenti e delle percosse. A sette mesi dalla sua apertura, siamo andati a visitare, senza alcun preavviso, il nuovo canile di Desenzano che è nato grazie all’accordo sottoscritto con altre due amministrazioni: Sirmione e Montichiari. Senza dimenticare che a far nascere questo canile, dopo tante peripezie, sono stati Cino Anelli e Mario Arduino, gli ex sindaci di Desenzano e Sirmione, anche se l’idea era già nata sotto la giunta Rocca. Oltre a Giustacchini e Belli, ci sono anche due dei tre dipendenti, Elena ed Ermanna. Loro, assieme a Eraldo, sono gli unici retribuiti regolarmente (lavorano 7 ore al giorno a turno). Ci sono poi i volontari, un’altra trentina, che saltuariamente danno una mano. Dal 1 luglio, giorno d’apertura, sono ospiti 120 cani; il loro numero è stazionario anche grazie ai 40 affidi che finora sono stati condotti. Si tratta di animali accalappiati dai vigili sanitari dell’Asl i quali, in seguito, li trasferiscono a San Pietro in un ambiente tenuto ben pulito e ordinato. «I cani al loro ingresso vengono vaccinati, sverminati e sottoposti a profilassi antiparassitaria – dicono Ermanna ed Elena – la loro dieta è composta da mangime secco e riso soffiato. Poi qualche volta gli diamo una… golosità! Una volta al giorno escono dal recinto e scorrazzano per oltre un’ora, ovvviamente si tratta di uscite studiate per evitare qualche zuffa». Nel caso una cagna venisse affidata a un nuovo padrone, il personale provvede a sterilizzarla, a meno che si tratti di un cucciolo. E a proposito di cuccioli, l’altro giorno ne hanno trovati quattro in uno scatolone abbandonato a Montichiari. Ora si trovano a San Pietro, in attesa di un padrone. Ma il canile gardesano ne offre molti altri, piccoli e adulti, di ogni razza: ci sono meticci, pastori tedeschi, siberiani, bastardini, pit bull, pastori maremmani. Hanno solo tanta voglia di amore e di una casa. Lo si intuisce dai loro occhi malinconici e dalla fame di carezze.

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