venerdì, Marzo 29, 2024
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In visita al Santuario il capo dei vescovi del subcontinente: «I bambini sono il nostro futuro»

Cardinale indiano al Frassino

«Il grande poeta indiano Tagore (premio Nobel per la letteratura 1913) diceva che la nascita di un bambino è un segno che Dio non si ancora stancato dell’umanità. Dunque i bambini sono la più grande speranza e il modello del regno dei cieli». Sono le parole del cardinale Telesphore Placidus Toppo, presidente della Conferenza episcopale indiana, che al Santuario del Frassino ha presieduto di recente le celebrazioni della benedizione e affidamento dei bambini e delle famiglie alla Madonna e la messa.Il cardinale è stato accolto da padre Pio Prandina, guardiano del Frassino, e da un chiesa già piena di famiglie e di bambini. «La semplicità dei bambini è la condizione ideale per divenire discepoli ed entrare in comunione con Dio», ha detto il cardinale Toppo prima di impartire la benedizione ai più piccoli dalla cappella della Madonna. Poco prima una mamma aveva letto la preghiera di affidamento a Maria «dei nostri figli. Con il battesimo che hanno ricevuto, tu sei diventata loro madre: perciò li affidiamo alla tua tenerezza e alla tua vigilanza…Aiutaci nei nostri compiti di genitori e di educatori: insegnaci ad aprire i loro occhi e il loro cuore a tutto ciò che è bello, buono e vero; insegnaci ad ascoltarli e a capirli, per aiutarli crescere nelle responsabilità della vita».Dopo la benedizione qualche istante di riposo per il cardinale che due anni fa ha partecipato per la prima volta al Conclave dell’elezione di papa Benedetto XVI. Sulla nomina, e le tante voci che davano come probabile la scelta di un papa proveniente dall’America latina o dall’Asia, il cardinale Toppo ha commentato «tutto è possibile per il Signore. Sono gli uomini che pensano di indovinare e fanno tanti discorsi; ma come si dice sono in molti ad entrare in Conclave da papi ed uscire come cardinali. Il frutto viene quando è il suo tempo e ciò è vero anche per la fede. È possibile che un giorno ci sarà un papa indiano; succederà se e quando sarà il suo momento».«La vocazione religiosa è il barometro della fede di una società», ha aggiunto il porporato. «Io provengo da Ranchi, che viene descritta come un piccolo Vaticano. In questi 150 anni il nostro popolo ha accettato Gesù nonostante l’opposizione che in India incontra la fede cattolica. E la nostra chiesa è ancora giovane e sta crescendo».Il cardinale ha descritto l’India come «un piccolo mondo: ci sono diverse culture, lingue, popoli. Lo sviluppo economico convive ancora con grandi povertà e problemi sociali. Non è un Paese perfetto, ma il popolo è credente e questo è un segno positivo. È questo senso del sacro, della presenza e del timore di Dio che fa dell’India un Paese di speranza: e in un momento di tensioni create dalla globalizzazione e industrializzazione rispetto alle realtà più radicali, penso che la Chiesa può avere un ruolo».

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