venerdì, Marzo 29, 2024
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Subito pronti i fondi per costruire i primi depositi merci del «D’Annunzio». Al via il collegamento turistico fra Montichiari e Olbia

Cargo center, subito 10 miliardi

Un «cargo center» che movimenti una capacità d’immagazzinaggio merci per oltre 60 milioni di chili, il doppio di Verona. Questo è uno degli obiettivi posti nel futuro dell’aeroporto «D’Annunzio» di Montichiari. Un percorso che prevede la costruzione subito dei primi depositi, ed ecco pronti una decina di miliardi per i primi investimenti. Non solo passeggeri, dunque, nel futuro Hub di Montichiari. Segnali molto confortanti in tal senso sono giunti recentemente, come già abbiamo spiegato, da due importanti riunioni: nel convegno milanese del 31 maggio, organizzato dalla Regione, e dalla conferenza stampa promossa dalla Catullo (società che gestisce sia l’aeroporto di Verona che quello di Montichiari) nella sala imbarchi del «D’Annunzio» martedì scorso. Da entrambe le parti è uscito un messaggio inequivocabile: l’aeroporto bresciano avrà un futuro sicuro nel trasporto dei passeggeri (previsti 20 milioni di passeggeri all’anno entro il 2010) e come cargo center con capacità superiori allo stesso «Catullo», l’aeroporto di riferimento. L’incontro di Milano era vissuto di idee e progetti, che già più volte avevano avuto in passato solide anticipazioni, per lanciare Montichiari come secondo Hub del Nord Italia a fianco di Malpensa. Linee future disegnate in particolare da Giorgio Fossa, presidente Sea, e da Roberto Formigoni, presidente della Regione. Ma le prime anticipazioni concrete sono giunte martedì scorso da Marco Franchini, direttore generale per la gestione e lo sviluppo del «D’Annunzio», e dai suoi ospiti convenuti alla presentazione del primo volo (a pieno carico dalla pista monteclarense) dell’Antonov, l’aereo commerciale più grande al mondo. Tutti i convenuti scommettono a occhi chiusi sul futuro roseo del «D’Annunzio», per «gli ampi spazi disponibili, per la cortesia del personale, per la disponibilità delle autorità e delle forze dell’ordine, per i piani che la Catullo sta preparando». Piani che riguardano la costruzione di nuovi depositi con investimenti immediati tra gli 8 e i 10 miliardi come primo lotto, ma ciò che più conta, come ha detto Bortolazzi, amministratore del Verona Cargo Center, «il limite per le merci sopportabile da Verona sono circa 30 milioni di chili, ma Montichiari ha un piano di sviluppo che può raggiungere i 60 milioni, quindi il doppio». Il direttore Franchini ha quindi smentito le voci che vogliono Montichiari «quale ruota di scorta di Verona», ma ha disegnato senza esitazioni un futuro roseo per tutto il gruppo Aeroporti del Garda, «la miglior struttura aeroportuale del sud Europa». La presenza a Verona dell’Interporto Quadrante Europa (comprensivo in poco spazio di Magazzini generali, Verona Mercato, Centri logistici, Centro spedizionieri, Centro autotrasportatori, dogana, terminal ferroviario) permette la movimentazione, lo sdoganamento, il deposito, la lavorazione e la distribuzione di qualunque tipo di merce. Ma il prossimo futuro del trasporto merci via aerea per Villafranca potrebbe fermarsi al solo agroalimentare (per raggiunta saturazione, visto anche il grande mercato ortofrutticolo che Verona sta costruendo) e lasciare a Montichiari tutto il resto. Franchini ha poi lanciato un appello agli utenti bresciani, «affinchè utilizzino maggiormente il loro aeroporto, per andare a Roma con Alpi Eagles o per programmare vacanze in Tunisia con la Bottega dei Viaggi». Oppure per prendere il volo Alpi Eagles che da oggi 9 giugno collega Montichiari con Olbia, capitale turistica della Sardegna.

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