venerdì, Aprile 19, 2024
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Fermi i lavori di «bonifica» e salvaguardia della chiesetta. Gli 80 milioni promessi dalla Regione non si sono ancora visti. Amareggiati i volontari che hanno lavorato per tanti mesi

Cari Santi, portate pazienza I soldi non si vedono ancora

San Fermo e Rustico per ora attendono. Hanno aspettato tanti anni prima di poter assurgere agli onori della cronaca, che aspettare forse ancora qualche mese non sarà poi così difficile. Certo è che è meglio battere il ferro fin che è caldo, dice un antico proverbio, piuttosto che aspettare ancora nella incertezza di poter continuare nell’opera di recupero e restauro. Ma i promotori, gli amici di Francesco Fontana, non se la sentono di andare avanti senza garanzie tangibili di poter avere a disposizione i fondi necessari per ultimare i lavori iniziati. Gli ottanta milioni promessi dalla Regione del veneto non si sono ancora visti e, com’è ovvio in queste situazioni, nessuno di sente in forza di poter continuare ed impegnarsi in prima persona a far fronte agli impegni finanziari. «Il tetto, i muri perimetrali, le fondazioni, le altre strutture portanti sono state già consolidate », dichiara Giulio Rama ,« ma il resto è lì in attesa degli eventi. Dobbiamo finire gli interni e alcuni altri dettagli prima di poter riconsegnare la chiesa al culto. Resterà comunque patrimonio del Comune di Lazise in quanto pare che la curia vescovile di Verona, nonostante il nuovo concordato con la Santa Sede, non abbia mai richiesto il ritorno in possesso della chiesetta abbandonata da moltissimo tempo e sconsacrata, nonché utilizzata per scopi non certo attinenti al culto ed alle attività religiose per cui era stata edificata dai nostri antenati.» «La casetta attigua alla chiesa», prosegue Rama, «sarà pure restaurata e diverrà invece un centro di documentazione storica e culturale del territorio lacisiense. Sarà quindi in futuro un vero e proprio punto di riferimento culturale ed artistico per la zona del basso lago.» «Del resto proprio qui, continua il presidente, « ci sono le nostre radici . Lo hanno chiaramente dimostrato i recenti rinvenimenti nella profonda pavimentazione della struttura dedicata al culto. Un vero e proprio insediamento tardoromano ed alcune sepolture riconducibili ad un’era molto più tarda. Testimonianze di grande rilievo che la Soprintendenza ai beni artistici del Veneto ha preso in seria considerazione e che sta attentamente valutando per dare delle risposte certe e definitive.» «I primi dati inoppugnabili sui reperti rinvenuti» , continua Rama ,« si potranno conoscere tra breve, proprio qui a Lazise. Nei prossimi giorni di novembre, in concomitanza con i festeggiamenti del santo patrono, San Martino, indiremo una assemblea, promossa dalla Francesco Fontana, invitando tutta la popolazione, per rendere note le scoperte che sono state fatte. Ci sarà la presenza della Soprintendenza con alcuni tecnici che ci spiegheranno i resti umani rinvenuti nella località I Santi, luogo di ubicazione del tempietto». Non appena sarà possibile togliere le impalcature ora esistenti e rendere agibile in maniera efficente il cantiere, i dirigenti della Francesco Fontana hanno intenzione di portare direttamente sul luogo la gente di Lazise per metterli a conoscenza dei restauri ma anche per far conoscere in maniera più esauriente la chiesetta dei Santi, sconosciuta ai più, poco nota e da qualche anno riportata alla ribalta della cronaca grazie alla caparbietà ed all’impegno dei volontari amici del farmacista di Pesina, che ha amato più Lazise che la sua terra natale. Sergio Bazerla

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