giovedì, Marzo 28, 2024
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In arrivo nuovi servizi e l’adeguamento alle normative antincendio

Casa di riposo, ripartono i lavori

E' stata scelta la cornice del salone consiliare di palazzo Benamati, a , per la cerimonia di presentazione dei nuovi amministratori della Casa di riposo «Benamati Bianchi», ovvero la Rsa della stessa cittadina. Si tratta di Camillo Chimini, che ricopre il ruolo di presidente, dell'ex sindaco Attilio Apollonio, di Giuliano Capuccini, Maria Calzoni e di don Leonardo Farina. Giorgio Bombardieri, che ha lavorato in maniera più che proficua per quindici anni, rimane presidente onorario della struttura. «Ringrazio della fiducia riposta nella squadra – ha esordito Chimini -. Il nostro lavoro si inserirà nel solco dell'attività svolta dai predecessori, che hanno costruito un'ala nuova e ristrutturato parte di quella vecchia. L'obiettivo è sempre quello di far star bene gli ospiti. I problemi? L'abbandono, il silenzio, le malattie, la lontananza. Purtroppo dobbiamo fare i conti con un assenteismo del personale nella misura del 20-25 per cento, ora però ridotto al 9-10 per cento». «Dovendo rispettare i parametri regionali – ha aggiunto Chimini parlando sempre degli organici -, bisogna assumere esterni, e i costi aumentano. Abbiamo chiesto collaborazione ai dipendenti ricordando che stiamo viaggiando sulla stessa barca, e mi auguro di arrivare a un ulteriore abbattimento delle assenze. Con l'entrata in vigore del nuovo contratto, tra l'altro, siamo stati costretti a pagare due anni di arretrati». Il neo presidente, ex assessore al Bilancio e a lungo numero uno dell'Azienda di soggiorno, si è poi soffermato sugli investimenti futuri. Verranno spesi un milione e 690 mila euro, circa tre miliardi e 200 milioni di vecchie lire, per costruire un nuovo edificio vicino alla chiesetta e per ultimare la ristrutturazione della parte vecchia della Rsa. «Abbiamo previsto tra l'altro una nuova centrale termica, un generatore per eventuali black out, un montalettighe, l'adeguamento alle norme antincendio e l'introduzione dell'aria condizionata nelle due grandi sale comuni. Stiamo aspettando il nulla osta dell'Ufficio beni ambientali, poi daremo il via agli appalti – ha proseguito il presidente -. Attualmente la struttura dispone di 75 posti letto, divisi tra anziani non autosufficienti (una trentina), autosufficienti (idem) e parzialmente in grado di badare a se stessi (una quindicina). Quando avremo completato i lavori, la Regione ci accrediterà per 73 posti. Non avendo la possibilità di chiedere alcuni letti per istituire un nucleo Alzheimer, speriamo che ce ne concedano un paio per i comatosi». Durante il dibattito che è seguito alla presentazione, la minoranza dei consiglieri comunali, che si riconosce nelle posizioni dell'Ulivo e che è guidata da Antonio Foglio, ha criticato alcuni punti dello statuto; come la disposizione che affida al sindaco la nomina degli amministratori della Casa di riposo. «Meglio così – ha risposto quest'ultimo, Paolo Elena -. In passato vigeva un sistema spartitorio che sapeva di mercato delle vacche. A me interessava trovare un gruppo di persone animate da buona volontà, in grado di remare nella stessa direzione». Ancora Chimini ha poi chiarito alcuni aspetti della gestione. Le rette del 2004 sono rimaste invariate, ma il budget prevede una perdita di 200 mila euro. Per quanto riguarda l'investimento, verrà effettuato per 800 mila euro con mezzi propri, e per 850 mila con un mutuo. «Dopo lunga trattativa con numerose banche – ha spiegato -, abbiamo raggiunto un accordo con l'Agricola Mantovana, che ci applica un interesse legato all'Euribor (ora al 2 per cento) + lo 0.55 per cento, con la possibilità di passare al tasso fisso ogni due anni. Nessuna spesa aggiuntiva, nessuna perizia, nessuna ipoteca, nessuna penale in caso di estinzione anticipata». Su questo finanziamento, il Municipio ha fornito garanzia. Per la questione del personale (35 di ruolo e 15 esterni), il presidente ha detto di aver trovato 19 dipendenti con limitazioni («chi non può fare la notte, chi non è in grado di sollevare pesi, ecc.»), e di essere quindi costretto ad affidare compiti e mansioni tenendo conto della situazione. «Non so se tutti fossero già malandati al momento dell'assunzione – ha concluso -. Resta il fatto che lavorare in una casa di riposo è pesante, ma noi speriamo di trovare un rimedio».

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