venerdì, Aprile 19, 2024
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La commissione comunale ha delineato le linee d’intervento, Ospiterà teatro, centro congressi e spazi espositivi.

Castello, il futuro è segnato

Adesso c’è un’idea precisa per il Castello di Desenzano e i soldi, si spera, arriveranno presto, molto probabilmente uscendo dalle tasche di un investitore privato. Giovedì sera la commissione nominata dal sindaco Fiorenzo Pienazza ha concluso i suoi lavori preliminari con una decisione unanime: l’antica fortezza diventerà un centro polifunzionale con un teatro, una sala congressi da 800 posti, spazi espositivi per mostre e fiere su 700 metri quadrati di superficie e tutti i servizi connessi, compreso un ristorante-buvette. Castelli in aria? Per far camminare questa idea servono 10 milioni e 300 mila euro (questa è la stima del Comune), ma intanto una decisione è stata presa su cosa fare, e non è poco. «Il castello è di proprietà del Comune da più di trent’anni e finora non si era nemmeno riusciti a decidere che cosa farne. Da ora in poi, con una chiara definizione degli obiettivi, sarà più facile affrontare anche la partita dei finanziamenti». Questo è il commento di Giorgio Fezzardi, ex vicesindaco e oggi membro «laico» della commissione per il castello di cui fanno parte anche l’albergatore Cerini, l’avvocato Manerba, l’architetto Betta, il commercialista Marchioni e gli assessori Papa, Bertoni e Palmerini. Il ragionamento di Fezzardi non fa una piega: se per restaurare il castello serve un investitore privato, bisogna prima spiegargli di preciso in che cosa sta investendo i suoi soldi. Perchè questa, la «pista» privata, è l’ipotesi che la commissione giudica la più realistica e preferibile per raccogliere i milioni di euro necessari. Secondo questo piano il privato (circola il nome di un industriale con casa a Desenzano e interessi anche nel mondo del calcio) potrebbe finanziare di tasca propria il restauro, e poi gestire il castello in concessione pluridecennale, in convenzione con il Comune per garantire il parziale uso e accesso pubblico alla struttura. L’investitore recupererebbe i soldi spesi con gli introiti delle attività fieristiche e congressuali. Sarebbe una via di mezzo fra il Centro fiera di Montichiari e il Palacongressi di Riva, ma con una sede decisamente più elegante e con una impagabile vista lago. È importante aggiungere che il castello resterebbe di proprietà del Comune, il quale potrà poi liberamente disporne alla scadenza del contratto con il privato. E se l’investitore non ci fosse? Se non risultasse così semplice trovare un «paperone» pronto ad esporsi per una cifra così alta? Per questa evenienza la commissione indica due possibili vie alternative di finanziamento. Una è di compromesso: capitali misti tra il comune e altri enti locali insieme a privati che, in questo caso, non avrebbero però «l’esclusiva». Infine, male che vada, sarà il Comune a sobbarcarsi l’onere procedendo un po’ per volta, a stralci. Secondo le stime della commissione, con le sole risorse del Comune, si può almeno completare il consolidamento statico delle pericolanti strutture e realizzare il teatro. Tutto è ancora appeso a un filo, anzi appeso a 10 milioni di euro, ma almeno c’è un’idea precisa su cosa fare: teatro, mostre, fiere, congressi ed esposizioni. Questo farà il castello.

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