venerdì, Marzo 29, 2024
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A bordo di una Triumph 1960, Fabio Salvinelli, imprenditore di Gardone Valtrompia, e Massimo Danieli, promotore finanziario di Muscoline, si sono aggiudicati il Circuito del Garda, svoltasi a Salò.

Che emozioni con il Circuito del Garda: d’Epoca però!

A bordo di una Triumph 1960, Fabio Salvinelli, imprenditore di Gardone Valtrompia, e Massimo Danieli, promotore finanziario di Muscoline, si sono aggiudicati il Circuito del Garda, svoltasi a Salò. Prima tappa: sabato sera sul percorso S. Michele di Gardone Riviera, Valtenesi. La seconda, ieri mattina: quattro giri del percorso Campoverde-Panoramica-Zette-gasometro-piazza Vittorio Emanuele, meglio conosciuta come la Fossa.Salvinelli e Danieli non sono dei pivelli. Quest’anno hanno partecipato a cinque gare, ottenendo tré successi: nella «Dieci ore dei colli piacentini», nel «Giro dei castelli pavesi» e nella «Coppa di Porretta Terme», in provincia di Bologna. Sono giunti secondi al «Quattro regioni» di Salice Terme, e guidano il campionato Challenge Millenium Nardi.Nel’99 guidavano la Mille Miglia, ma la rottura della frizione li ha costretti a gettare la spugna. Sul lago di Garda i due hanno preceduto Bocelli-Durjava (Mini Cooper ’73), Durjava-Marazza (Fiat 110 del ’66), Franca Boni (ah, cotanto nomini!) e il figlio Angelo Barziza, su Lancia Aprilia del ’49, Pasini-Penocchio, con una Triumph del ’59, e Ferrari-Pasini, su Fiat A750 del ’57 (i due hanno già vinto una Mille Miglia, ma stavolta sono rimasti con un palmo di naso).Trentadue i partecipanti. Alcune macchine hanno fatto strabuzzare gli occhi: la Ballila del ’33 dei Mazzi, la Mg ’47 dei Vigasio, la Lancia 1100 del ’34 dei Merigo, ecc. Anziane, eppure ancora scattanti. Si è invece fermata per guai allo spinterogeno la Morgan ’36 del commercialista Luigi Ragazzoni, col figlio Marco. Ragazzoni è il presidente dell’Old Wheels Veteran Car, la società organizzatrice del raduno.Qualcuno si chiedeva se non fosse possibile riproporre il Circuito del Garda (la prima edizione si svolse nel ’21, l’ultima nel ’66), che ha avuto protagonisti famosi: da Tazio Nuvolari ad Aymo Maggi, da Biondetti a Nino Farina, da Stirling Moss (debuttò nel ’49, su una Cooper Jap, assistito dal papa e dalla mamma, nella veste di meccanici) a Gigi Villoresi, da Alberto Ascari a Taruffi. Salò, il Brolo di Barbarano, Termini, Cunetto-ne, le Zette: la chiamavano «Piccola Montecarlo» per via dei lunghi rettilinei, degli stretti tornanti e dell’emozionante saliscendi. Sembrava di assistere a uno spettacolo teatrale, con le scene sparse tra i vigneti e l’azzurro del golfo.«No – risponde il sindaco di Salò, Giampiero Cipani -, ripresentare il circuito con auto da corsa è un’idea bella, ma impossibile. Chissà, forse potremmo puntare a una tappa del rally Mille Miglia. In ogni caso stiamo lavorando a una serie di iniziative». Non lo dice, ma proprio ieri Cipani ha incontrato il suo collega di San Felice, Ambrogio Floridi, per organizzare a settembre un volo dei piloti della British Arrows, l’equivalente delle Frecce tricolori che invece proprio a luglio sorvoleranno il lago di Garda in occasione dell’anniversario per i 25 anni di Gardaland. Nell’iniziativa aeronautica, i due comuni vorrebbero coinvolgere anche Gardone Riviera e Toscolano Maderno.L’assessore allo sport Gabriele Cominotti: «Io sono un appassionato di automobilismo. Per il circuito del Garda bisogna verificare se esistono le condizioni di sicurezza. Certo, se ci sono a Montecarlo…In ogni caso gli Schumacher, gli Hakki-nen o i Barrichello possiamo vederli solo in Tv. Il circo della Formula 1 ha bisogno di grandi alberghi, di sponsor, spazi, strade, servizi, ecc., che noi non siamo certamente in grado di offrire.«Più fattibile, invece – concede l’amministratore salodiano – un discorso di vecchie auto da corsa (per una sorta di revival) o una gara di Formula 3. Del resto si corre a Macao o a Pau, considerata la Montecarlo dei poveri».’Vittorio Pirlo, presidente dell’Ateneo, ex sindaco, ex farmacista, è riuscito a portare a Salò i campionati mondiali di ciclismo del ’62, oltre a numerose manifestazioni. «Negli anni Cinquanta, il circuito fu sospeso da Renzo Castagneto a causa della pericolosità – spiega il dottor Pirlo -. Venne ripreso nel ’61, con la Formula 3 e, poi, la Junior. Ma quando, in partenza, un grappolo di vetture si accavallò a causa degli spazi ridotti, decidemmo di chiudere. Anche perché le strade venivano bloccate per alcuni giorni, e la gente protestava. A mio giudizio, non esistono più le condizioni per riproporre la gara. Pensate alle Rive, una via stretta, con le pareti delle case (quasi) addossate. È rimasta la stessa di una volta. Unica differenza:non ci sono più le rotaie del tram».

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