venerdì, Aprile 19, 2024
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Rassegna di quadri al palazzetto delle esposizioni La mostra di Maurizio Merlo organizzata da familiari e amici

Chirurgo pittore dipinge il vero lago dei gardesani

Chi sceglierà di destinare una mezz’ora alla visita della mostra aperta fino a domani al palazzetto delle esposizioni, dietro il municipio, resterà stupito. Ed è lo stupore che nasce dall’apprendere che quelli alle pareti sono quadri nati dalla mano e dal cuore non d’un pittore professionista, bensì di chi si è sin qui autoconsiderato a tal punto dilettante, che questa è la prima volta in assoluto che fa uscire le proprie opere. Protagonista d’una del tutto inattesa performance artistica è Maurizio Merlo, un’apprezzata carriera di chirurgo alle spalle e un presente di pensionato-velista con abitazione sulla via di San Bernardo, nel Borgo di Garda, a due passi dalla parrocchiale. La casa è piena di quadri, pochi appesi, gli altri accatastati. Per un senso d’innata modestia li ha sempre ritenuti appena uno sfogo dell’animo, nascondendone la bellezza a chi non rientrasse nel limitato entourage delle parentele ed amicizie, di quelli insomma che usano chiamarlo confidenzialmente Mau. Sono stati proprio i familiari e qualche amico a forzargli la mano, organizzandogli una personale, la prima, senza quasi neanche lui lo sapesse. Fra gli amici ci sono un giornalista di valore, Silvio Bertoldi, e un medico-amministratore, Gian Paolo Rossi. Di Maurizio Merlo scrive Bertoldi nella breve presentazione della mostra: «Questo caro vecchio amico che gira il lago in bicicletta con la sua candida chioma arruffata e si accoccola tra l’erba e sui sassi delle rive per dipingere l’inquadratura che ha colpito la sua fantasia e che colpirà la nostra, non è affatto il dilettante che egli si crede». «Dell’attività artistica di Maurizio Merlo», aggiunge Rossi «si sapeva poco. Come amministrazione abbiamo aderito alla richiesta che ci hanno fatto i figli: merita un omaggio anche per la grande umanità e cortesia che ha sempre mostrato per i suoi pazienti». Sin qui il lato umano del chirurgo-pittore. E l’arte? Be’, le opere sono di quelle che lasciano il segno. Quasi tutte dipinte su compensato nautico: glielo fornisce Gianni Dal Ferro, il cantierista gardesano che ha costruito le barche del re di Spagna. Si impongono per l’inusuale, atipica, eppure del tutto espressiva interpretazione delle arie e dei colori gardesani. Mai un’inquadratura convenzionale, un cedimento all’oleografia, un’impostazione di maniera. Lì c’è la personale visione di chi il lago lo osserva ogni giorno. I colori, piatti, privi di qualunque ombra, eppure nel contempo profondamente vivi, sono quelli di certe giornate di luce radente. O di qualche mattinata di foschia che sfiora il pelo dell’acqua e sembra uggiosa solo a chi il lago non lo conosce nell’intimo. Dunque ecco l’esplosione di verde delle colline di Marciaga, i gialli e i bianchi delle rocce della costa bresciana, il Trimelone come un isolotto perso nelle nebbie, Garda dagli angoli che solo i gardesani sanno. Lì c’è il lago davvero. Come pochi altri sino ad ora hanno saputo interpretarlo. Sarebbe stato un peccato che tutto questo rimanesse nascosto nelle stanze della casa di via San Bernardo.

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