venerdì, Marzo 29, 2024
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Il poliziotto e giocatore di basket Sartori è riuscito a attraversare a nuoto il Garda da Riva al porto di Sirmione. «Non importa il record, dovevo mantenere una promessa Gli ultimi chilometri con le onde alte sono stati terribili»

Christian, l’avventura è finita bene

Christian Sartori ha chiuso felicemente la scommessa con il lago di Garda. Il trentaduenne trentino agente di polizia in servizio presso il commissariato di Riva ha infatti impiegato 21 ore e qualche secondo per coprire a nuoto pinnato la distanza che separa Riva dalla penisola di Sirmione: circa 50 chilometri d’acqua. Una sfida attentamente preparata contro un lago che non manca, com’è avvenuto anche per il passato, di riservare sorprese verso chi lo ha affrontato con successo o meno. «Una sfida nata quasi per scherzo», ammette Christian dopo la lunga ed estenuante nuotata, «legata a una persona cara, scomparsa improvvisamente. Un debito di riconoscenza dovuto». Partito alle 19 in punto di martedì dalla spiaggia Sabbioni della cittadina trentina, salutato da un folto gruppo di persone tra le quali numerosi colleghi, Sartori ha subito forzato l’andatura per vincere anche i grossi problemi di temperatura con acque intorno ai sedici gradi nel tratto trentino del lago. All’incirca 3.360 bracciate all’ora intercalate da brevi riposi per poi riprendere con lo stesso ritmo a stile libero con addosso la muta e ai piedi un paio di pinne, ordinate tramite Internet a una ditta americana che fornisce i Navy Seals e i Marò italiani, i reparti speciali del battaglione San Marco. All’una di ieri mattina il primo controllo medico, con il fisico che reagiva molto bene, con il forte nuotatore fino a qualche anno fa anche giocatore di basket nel Giesse Riva, squadra in C2, impegnato ad affrontare la parte più difficile del percorso. A fargli da indicatore di direzione tre canoe della società canottieri Virtus, un cabinato munito di Gps, lo strumento in grado di fornire le coordinate direzionali collegato alla rete satellitare, con a bordo i volontari dell’associazione trentina di salvataggio e il collega Andrea Tisi. Ostacolato dalle onde provocate dal «Pelér», vento che soffia da nord, soltanto verso le dieci di ieri il poliziotto si trovava a una ventina di chilometri da Sirmione. «Non ho mai perso la speranza di farcela», ha dichiarato Sartori al suo arrivo, «anche se gli ultimi chilometri sono stati micidiali per le onde alte. L’obiettivo non era di stabilire qualche record ma soltanto di voler ricordare con un’azione sportiva una persona cara, scomparsa in giovane età. Contavo di riuscire nell’attraversata in un tempo stimato tra 16 e 22 ore impresa conclusa quindi nei termini del previsto». Negli ultimi cinquant’anni di imprese del genere nelle acque del Garda ne sono state portate a termine diverse, ma mai un gardesano era riuscito a farsi luce. Impresa riuscita felicemente nel ’99 allo sloveno Martin Streel (21 ore 25’ 32’’) da Riva a Desenzano che aveva demolito il primato di Marco Battaggia, il croupier mestrino che nel giugno ’97 impiegò, con le pinne però 21 ore 58’. Negli anni addietro, con tempi più consistenti, ce l’avevano fatta sia il vicentino Walter Destavola che il padovano Amoretti.

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