sabato, Aprile 20, 2024
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Riconoscimento in occasione della festa del Doc

Cin cin al nuovo vino della Terra dei Forti

Contrastare l’omologazione del mercato con il recupero delle peculiarità enogastronomiche ma anche storiche e culturali di un territorio; creare una concorrenza fra territori e non fra prodotti; intendere la tipicità, punto di forza dei produttori, come insieme di storia, culturale, salvaguardia ambientale e sanità del prodotto; creare,infine, professionalità all’incrocio di più competenze e soprattutto una politica di alleanze fra diversi, produttori, consorzi, operatori del sistema dell’ospitalità, ristoratori e albergatori. Questa la strada praticabile per il lancio della viticoltura della nuova sottozona «Terra dei Forti». La proposta giunge da Riccardo Pastore, esperto di pianificazione e marketing, che ha tenuto la relazione introduttiva al convegno «Valorizzazione di un territorio. Terra dei Forti», svoltosi nell’ambito della 18ª festa Vini Valdadige Doc. «Un’edizione speciale quella di quest’anno», ha dichiarato, all’inizio dei lavori, Valentino Fugatti, presidente dell’omonimo consorzio. «Finalmente siamo riusciti ad ottenere la denominazione ufficiale “Terra dei Forti”, una prova che il nostro territorio è palesemente vocato alla produzione di vini di qualità». «Oggi si parla del cosiddetto turismo sostenibile, che tende al recupero di un rapporto con la natura, la storia, la cultura, la conoscenza e a voler fruire di prodotti tipici», ha spiegato Pastore. «Un termine sconosciuto fino a cinque anni fa e che testimonia una controtendenza, una volontà di contrastare la banalizzazione prevalente nel settore agroalimentare, cioè il non sapere da dove viene ciò che si mangia». La spiegazione sta nella crescente domanda di qualità alimentare, che tocca tutti gli strati sociali, nella riscoperta del piacere legato al vino, nella domanda di un territorio ecocompatibile, cioè fruibile dal punto di vista paesaggistico e ambientale, in generale nella domanda di un rapporto diretto con il produttore. «La cantina», ha concluso Pastore, «deve avere un rapporto diretto col cliente. Prova ne è il successo dell’iniziativa Cantine aperte, che in cinque anni ha decuplicato il numero dei visitatori, passati da 100 mila del ’94 a 1 milione dello scorso anno». Opinioni condivise anche dal secondo relatore, Enrico Merenda, presidente dell’Apt Riviera degli Ulivi. «L’Apt sta da anni cercando di promuovere il territorio lacustre e l’entroterra come un complesso unico», ha spiegato. «Il turismo è un fattore fondamentale per integrare il reddito da agricoltura, ma è necessaria un’operazione culturale sul territorio. Non si può lavorare per singoli sistemi, ma in un’ottica di globalizzazione, in questo senso una grande responsabilità è soprattutto a carico degli amministratori locali». Il convegno si è concluso con la premiazione delle cantine che hanno vinto la 18ª edizione del concorso Vini Valdadige Doc.

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