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Il primo aprile l’Agenzia protezione ambiente riprende le analisi ma c’è già il provvedimento della Regione. Divieto di balneazione in tre punti. Prova d’appello a maggio in due

Cinque spiagge sotto sorveglianza

Il primo aprile riprenderanno le analisi della qualità dell’acqua del Garda. Una data che viene attesa con trepidazione dagli operatori turistici, in quanto i primi bollettini dell’Arpav (l’agenzia regionale per la protezione dell’ambiente Veneto) sono destinati a rimbalzare sui media tedeschi andando ad aggiungersi agli argomenti che spingono o frenano il flusso dei vacanzieri. E in anni di ristrettezze la cosa non è di poco conto. Dunque vale la pena di spendere come premessa una parola a favore del lago: la sua salute è nel complesso buona – lo assicura il primo rapporto sullo stato dell’ambiente pubblicato di recente da Arpav e Provincia per l’anno 2002 – la sua acqua decisamente balneabile e migliore di quella di tanti altri laghi. Tuttavia i punti critici lungo la costa sono più d’uno e i motivi di preoccupazione per il futuro del bacino ben solidi. Tanto che in questi giorni hanno ripreso a muoversi nel silenzio tutti gli interessati al problema: i politici locali prima di tutto, ma anche i tecnici e i gestori delle strutture di depurazione. Sul piano politico, le Regioni sono alle prese con un contenzioso con il ministero della Salute, accusato di interpretare in modo restrittivo i dati sui campionamenti, il che costringe la costa veronese a chiudere per l’intera stagione ben due spiagge che avrebbero diritto alla prova d’appello. Su piano tecnico, è alla ricerca di finanziamenti un progetto dell’Azienda gardesana servizi per potenziare il collettore. «Domani ci riuniamo nella sede dell’Ags», anticipa il sindaco di Peschiera Bruno Dalla Pellegrina, «per discutere della nascita della Società per azioni che deve gestire gli impianti, ma il problema fondamentale rimane il collettore. Potrebbero bastare degli aggiustamenti se su tutto il territorio si arrivasse a separare le acque bianche da quelle nere». Peschiera, che si è candidata ad ospitare l’ufficio dell’Arpav responsabile dei campionamenti sul lago, è in prima linea nella battaglia all’inquinamento in quanto subisce sul proprio territorio lo stato di sovraccarico dell’intera rete di collettamento. Secondo gli studi dell’Arpav, infatti, è proprio questo fenomeno, legato al forte aumento delle presenze durante la stagione estiva, a provocare gli «eventi sfavorevoli» (così definiti da un apposito studio sugli anni 1999- 2001) responsabili dei picchi di concentrazione di coliformi, indice diretto della contaminazione di origine fecale. Nel rapporto sullo stato dell’ambiente è scritto nero su bianco che «sul Garda avvengono immissioni di liquami improvvise e massicce dovute probabilmente a rotture di tubazioni e tracimazioni a seguito di forti piogge». Inoltre l’Arpav comunica che i campioni sfavorevoli legati alla concentrazione di coliformi sono in continuo aumento e che il 2001 è stato l’anno peggiore. Due le porzioni di costa maggiormente colpite nel triennio 1999 – 2001 da questi picchi inquinanti: la zona tra Lazise e Castelnuovo e quella in prossimità di Peschiera. Il rapporto dell’Arpav indica anche le cause: nel primo caso «le fonti di immissioni di carichi organici sono i due affluenti torrente Bosca e Rio Dugale e occasionalmente i pluviali dei campeggi a causa di tracimazioni in occasione di forti piogge»; nel secondo «le eventuali perdite dalle condotte e dalla stazione di pompaggio del sistema di collettamento, nonché frequenti rotture anche di una certa gravità». Fatto sta che anche quest’anno si riparte con più di un divieto di balneazione. Conferma il responsabile dell’ufficio lago di Garda dell’Arpav, Giorgio Franzini: «Il Veneto ha già deliberato la non idoneità dei punti 258, in località La Pozza di Torri, e 298, spiaggia Conta di Peschiera». Per questi due punti, se le Regioni vinceranno il contenzioso con Roma, il primo maggio, data di apertura ufficiale della stagione di balneazione, ci sarà la prova d’appello, altrimenti ci sarà la chiusura per tutta l’estate. «E soprattutto per Torri», spiega Franzini, «si tratta di una penalizzazione dal momento che l’episodio è legato a una rottura del collettore avvenuta in agosto e aggiustata dall’Ags su nostra segnalazione nel giro di una settimana». Tre sono invece le località vietate, in cui non si potrà fare il bagno per tutta la stagione: punto 294 a Castelnuovo, Campanello sud; punto 367 a spiaggia Vecchi di Peschiera e punto 403 in località Palazzo San Benedetto, sempre a Peschiera. «Qui il divieto è rimasto in vigore anche nel 2002», afferma Franzini, «e quest’estate lavoreremo per capire le cause del permanere dell’inquinamento, in modo da procedere quanto prima al recupero ambientale dell’area».

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