giovedì, Aprile 25, 2024
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«Scusate, abbiamo sbagliato edificio Vendiamo la polveriera, non il forte»

Clamoroso abbaglio del ministero della Difesa

«Scusate, abbiamo sbagliato immobile non è il forte ad essere in vendita, lo è la polveriera sottostante». L’annuncio da parte del Ministero della difesa è arrivato un mese fa negli uffici comunali di Rivoli via lettera e ha gettato nello sconcerto e nello sconforto l’intera amministrazione. «Ancora un anno fa il Ministero della difesa ci aveva informato di aver posto in vendita il forte austriaco che sovrasta il nostro Comune e che ne è diventato un po’ il simbolo», spiega il sindaco Armando Luchesa. «Ci erano stati dati circa 50 giorni di tempo per far valere il diritto di prelazione e trovare gli oltre 700 milioni necessari per acquistarlo. Cosa che noi avevamo fatto immediatamente. Eravamo riusciti ad ottenere dalla Regione un finanziamento di 80 milioni, una cifra utile per raggiungere quella necessaria a bloccare la vendita in attesa del rogito definitivo. E ora questa batosta. Come Comune siamo totalmente in crisi». Una situazione che per l’Amministrazione e per la gente non solo di Rivoli, ma dell’intera Val d’Adige, rasenta quasi la beffa. Il forte ormai era divenuto da anni punto d’incontro per manifestazioni, rassegne e iniziative varie. Il disegno dell’edificio è anche raffigurato nel logo della tradizionale festa dei vini Doc Valdadige che ogni anno si svolge fra i comuni di Brentino, Rivoli e Dolcè. Per curarne la manutenzione si era costituita qualche anno fa una apposita associazione dal nome appunto «Gli amici del forte». Una serie di iniziative intraprese in vista appunto della futura acquisizione. Ora invece tutto da rifare. Stando a quanto comunicato dal Ministero il valore del forte non sarebbe nemmeno stato quantificato perché finora non sarebbe ancora stata eseguita la perizia di stima. «A questo punto per noi la cosa migliore che tutto rimanesse così com’è», sbotta Luchesa. Attualmente il Comune ha in concessione il forte per una cifra di tre milioni e mezzo all’anno. Si tratta del cosiddetto canone ricognitorio pari ad un decimo dell’affitto effettivo, un tipo di accordo di locazione quando edifici demaniali vengono dati in concessione ad enti locali per fini istituzionali, come nel caso di Rivoli. «Quella che si è venuta a creare è comunque una situazione particolare per la nostra comunità, che esula dalla gestione ordinaria o straordinaria dell’ente e sconfina nell’eccezionale. La cifra per il forte sarà consistente ed è giusto che la decisione di acquistarlo o meno spetti all’intera cittadinanza, non solo al sindaco». Da qui l’idea di indire un referendum, preceduto da una serie di serate informative, in modo che sia la popolazione a stabilire cosa fare. «L’acquisizione del forte potrebbe far parte di una strategia di sviluppo dell’intero territorio. Ma la gente deve poter decidere se accollarsi questa spesa o meno. Resta da vedere se il Ministero della difesa, che ha fretta di definire la pratica, ci darà il tempo per svolgere l’iter amministrativo burocratico necessario che è piuttosto lungo e impegnativo». Antonella Traina

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