venerdì, Aprile 19, 2024
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Comunità del Garda e Amici di Palazzo Martinengo unite per la promozione della mostra “Lo splendore di Venezia”

La Comunità del Garda ha siglato un accordo di collaborazione con l’Associazione Amici di Palazzo Martinengo per la promozione e la valorizzazione della mostra Lo Splendore di Venezia.Canaletto, Bellotto, Guardi e i vedutisti dell’Ottocento, in corso fino al 12 giugno a Palazzo Martinengo a Brescia.

La Comunità del Garda ha riconosciuto nell’esposizione bresciana un’elevata valenza culturale, testimoniata dal sempre crescente interesse dimostrato da parte del pubblico e dagli appassionati dell’arte, al punto da offrire il contributo dei suoi strumenti di comunicazione, in particolare del portalewww.lagodigarda.it.

 “Abbiamo sempre creduto – afferma Roberta Bellino, presidente dell’Associazione Amici di Palazzo Martinengo – che le mostre organizzate a Palazzo Martinengo possano rappresentare un importante volano turistico per Brescia e per tutto il territorio della sua provincia. È quindi un piacere avere tra i nostri partner La Comunità del Garda, che ben ha compreso come le nostre iniziative culturali possano essere d’aiuto a dare ulteriore lustro a un comparto turistico già ampiamente apprezzato dai visitatori italiani e stranieri, com’è quello del lago di Garda”.

La Repubblica di Venezia ha governato per circa quattro secoli il territorio gardesano, riservando allo stesso attenzione, sviluppo e cultura. Ecco perché la Comunità del Garda, Ente territoriale interregionale, rappresentativo delle istituzioni benacensi, ha inteso valorizzare e promuovere in tutta l’area gardesana questa importante rassegna”. Così si esprimono la Presidente Mariastella Gelmini e la Vice Presidente, con delega alla cultura, Donatella Bertelli, Vice Sindaco del Comune di Torri del Benàco.

“Lo splendore di Venezia. Canaletto, Bellotto, Guardi e i vedutisti dell’Ottocento”, curata da Davide Dotti, col patrocinio della Provincia di Brescia e del Comune di Brescia, presenta oltre cento capolavori di Canaletto, Bellotto, Guardi e dei più importanti vedutisti del XVIII e XIX secolo, provenienti da collezioni pubbliche e private, italiane e internazionali.

Per la prima volta, l’analisi del filone iconografico passato alla storia col nome di ‘Vedutismo’, non si esaurirà con l’esperienza di Francesco Guardi, ma proseguirà anche lungo i decenni del XIX secolo.

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