giovedì, Aprile 25, 2024
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Nel Veronese l’assemblea generale degli amministratori. I sindaci bresciani hanno pareri discordi sul futuro dell’ente

Comunità del Garda: è ancora fumata grigia

La Comunità del Garda, riunita ieri pomeriggio in assemblea generale nel palazzo Ca’ Montagna a San Zeno di Montagna (Verona) ha provato a decidere il suo futuro. E lo ha fatto sollecitata dal suo stesso presidente, Pino Mongiello, in un clima di confronto alimentato dagli interventi di alcuni sindaci e rappresentanti politici di comuni, province e regioni coinvolte nella Comunità. Assente la maggior parte degli amministratori della sponda veronese del lago, l’assemblea è stata dominata dalla presenza massiccia di quelli bresciani, tra cui anche gli assessori provinciali ai Trasporti e al Turismo Valerio Prignachi e Riccardo Minini. Tra tutti, non hanno voluto mancare il senatore ed ex presidente della Comunità Aventino Frau e il sottosegretario alle Riforme Istituzionali Aldo Brancher. Il presidente Mongiello ha aperto la seduta entrando nel cuore del problema. «Con questa assemblea non possiamo decidere lo scioglimento della Comunità, ma è importante fare chiarezza», ha dichiarato. «In questi cinque anni molti elementi ci hanno fatto capire la storia, i meriti e i limiti della Comunità: ora siamo giunti al capolinea e dobbiamo chiederci quali linee vogliamo seguire. Le defezioni da parte di singoli comuni e non da ultimo della Provincia di Verona devono farci riflettere e prepararci a una decisione risolutiva: il proseguimento o la fine dell’ente». Ma nessuno dei presenti ha voluto sentire il suono delle campane a morto. Sindaci e amministratori hanno, piuttosto, gridato in coro alla necessità di rinnovamento. Il sindaco di Toscolano Maderno, Paolo Elena, ha rotto il ghiaccio. «Mi rifiuto di pensare che siamo arrivati al capolinea – ha detto -. Ci sono problemi che vanno affrontati: ma come gardesani uniti dalle acque del lago, e da un’economia prettamente turistica, dobbiamo ripartire da capo rimanendo uniti». Un concetto ribadito più volte anche dal primo cittadino del comune veronese Brenzone, Giacomo Simonelli, che ha ammesso di aver portato all’ordine del giorno dell’ultimo consiglio comunale l’uscita dalla Comunità del Garda. Secondo il sindaco di San Felice del Benaco, Gianluigi Marsiletti, «dalle prospettive e dai bei discorsi bisogna passare ai fatti, alle azioni concrete». «Guai a voi se fate morire la Comunità del Garda», ha dichiarato con fermezza Brancher. Una difesa a spada tratta arrivata anche dal senatore Frau, che ha delineato il ritratto della «nuova comunità», un ente in grado di trattare temi di grande respiro e comuni a tutte le realtà gardesane, dal traffico alla qualità delle acque. Viva allora, ma per fare cosa? Sulla natura della comunità rinnovata non tutte le parti in causa la vedono allo stesso modo. Per alcuni, come il sindaco di Salò Gianpiero Cipani, dovrà diventare soprattutto «la conferenza dei sindaci», per altri invece non dovranno che contare marginalmente; per alcuni sta bene la Comunità formato «cenacolo» per ragionare sui grandi temi, per altri infine deve rimanere un ente in grado di dare servizi per i problemi grandi e piccoli. La Comunità, insomma, sembra non vedere ancora chiaro nel suo futuro. Il prossimo appuntamento, forse quello decisivo, è fissato per il mese di dicembre.

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